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Grazie Silvio...

14/03/2006

Un commento di Toni Muzi Falconi sulla campagna elettorale.

In queste settimane mi sono imposto di evitare di scrivere sulla campagna elettorale per non incorrere in facili critiche di partigianeria politica.Eppure mi parrebbe davvero una colpevole omissione non sottolineare come sia profondamente mutata la natura stessa della contesa comunicativa. 
La prima domanda che mi e vi rivolgo è: se la legge elettorale non fosse cambiata, cosa ci sarebbe di diverso? O meglio, quanto incide oggi la legge elettorale sulle modalità di svolgimento di questa campagna?La seconda è: ma se, sempre grazie alla nuova legge elettorale, si arrivasse - come alcuni temono - ad un sostanziale pareggio o comunque ad una situazione di ingovernabilità, come pensiamo di poter facilitare il dialogo fra gli schieramenti per formare la grande coalizione alla tedesca, oppure per decidere di tornare alle urne (ma con una legge meno sgangherata)?
Il punto di svolta della campagna, avviata da ormai molti, troppi, mesi, si è prodotto quando due nostri colleghi si sono incontrati con altri due nostri colleghi per decidere le regole dei confronti televisivi fra i due leader.
Da un lato Silvio Sircana (ex Prodi, ex Telecom, poi titolare di agenzia, quindi Ferrovie dello stato ed ora di nuovo Prodi) e Paolo Bonaiuti (portavoce di Berlusconi, ex Giorno e poi Messaggero), dall'altro Claudio Petruccioli (presidente Rai, ex presidente Vigilanza, ex direttore Unità) e Paolo Gentiloni (presidente Vigilanza, ex portavoce Margherita, ex direttore comunicazione di Rutelli, del comune di Roma e prima ancora redattore Espresso e direttore Nuova ecologia).
Dopo alcune ore di discussione, hanno insieme concordato che i due leader si sarebbero attenuti a quelle regole che poi tutti abbiamo letto sui giornali e che, si presume verranno rispettate nei due confronti tv del 14 marzo e del 3 aprile.
La tiritera: sì si fa, non non si fa; si fa se lui rinuncia alla conferenza stampa finale, ma tu non accetti le decisioni del parlamento; scappi, ma ti ho già battuto dieci anni fa... L'abbiamo seguita tutti con ansia e imbarazzo, consapevoli che i due confronti non riusciranno a convincere nemmeno uno di coloro che hanno già deciso, ma certamente avranno un ruolo nell'orientare quei tanti che sono ancora incerti e che possono fare la differenza.
Dunque il futuro governo di questo Paese - superata la farsa dei sondaggi e la criminalizzazione del movimento cooperativo; scontato l'intervento plurimo della magistratura e sfigurato il gabinetto in carica dopo le dimissioni di Calderoli e di Storace; assorbite le violenze dei no global di val di Susa, dei centro sociali milanesi e le bandiere israeliane bruciate nelle strade romane; sopportati gli inauditi comportamenti dei presidenti delle camere e i loro inciuci vaticani... tutti accadimenti che hanno marcatamente deviato il discorso pubblico dalla valutazione dell'efficacia del gabinetto uscente e dai programmi proposti all'elettorato dalle due coalizioni - dipenderà dalle capacità comunicative dei due candidati premier percepite dal pubblico televisivo. 
Basterebbe andare al Teatro Ariston e ci ritroveremmo in piena Sanremo bis.E poi c'è chi si arrabbia e grida al 'disfattista' se qualcuno osa parlare di declino!Ma cosa ci sarebbe di diverso se la legge elettorale non fosse cambiata? Molto, se non proprio tutto!Ci sarebbero sul territorio migliaia di candidati attivi nello sforzo di sottrarre spazio e tempo di attenzione ai leader e ai loro pupari per consentire all'elettorato di farsi una idea della realtà che lo circonda e di scegliere nell'urna quel candidato che ritiene più adatto. Più ancora che anticostituzionale, quella legge è proprio criminale... E lo si vede proprio dagli effetti che sta avendo sulla campagna elettorale, tutta concentrata sulla reciproca delegittimazione, sulla aggressività e volgarità verbale, e sui due superleader con totale, radicale e improvvisa scomparsa dei candidati che gli elettori sono chiamati, plebiscitariamente, a ratificare.Mai vista una cosa del genere, neppure nei momenti più bui!E allora, se per caso si arrivasse al pareggio (dio non voglia, ma l'eventualità è pur sempre possibile...) che succede?I tedeschi ci hanno messo tre settimane per fare un governo di grande coalizione e per ora ne sono contenti e i risultati sono positivi.In Italia? Possiamo immaginare che Berlusconi o Prodi facciano come Schroeder e l'uno o l'altro si ritirino per lasciare spazio al collega?
Se perdesse di poco Prodi ritengo che la cosa forse possibile, ma poi il problema si sposterebbe sul negoziato per la grande coalizione: è possibile che in tre settimane perfino i più disponibili come Rutelli e Mastella possano passare sopra la criminalizzazione e delegittimazione subita dall'altra parte per tanti mesi?E se invece a perdere fosse (come ardentemente spero...) Berlusconi, ci credete voi che si farebbe da parte, sapendo bene che non gli rimarrebbe che andare anche lui a Hammamett o finire in cella?
Ma, se non si può fare rapidamente la grande coalizione, bisognerà tornare alle urne (con presidente della repubblica in prorogatio, rinvio delle amministrative e del referendum sulla devolution). Ma con la stessa legge? e con il rischio di produrre lo stesso effetto?
Naturalmente non è proprio detto che si arriverebbe ad identico risultato, ma non è detto neppure il contrario visto che quella legge è stata studiata apposta per non consentire al vincente di governare.Insomma, amici, un bel pasticcio... E già questo, se non ve ne fossero altre, sarebbe una ragione sufficiente per mandare a casa chi proterviamente l'ha voluta, alla faccia di tutti i cittadini che avevano strappato il maggioritario alla partitocrazia dei primi anni novanta, poi finita in larga parte nell'ignominia di tangentopoli.
E i mesi passano, l'economia langue, il malcontento cresce, i debiti aumentano, l'Europa si sfarina mentre noi comunque ci allontaniamo da essa... Alla fine dovremo rivolgerci alle Nazioni Unite per dirottare risorse dal fondo di assistenza per i paesi in via di sviluppo per metterle in un altro fondo per i paesi in via di declino.
Grazie Silvio.(tmf)
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