Il successo delle tecniche e-virali (sic!) che avevano indotto Al Ries, quello che inventò il concetto di posizionamento negli anni ottanta, a scrivere due anni fa il best seller The Fall of Advertising and the Rise of PR - come sanno ormai tutti coloro che hanno una minima competenza di Internet - ha germogliato per reazione anche la crescita di un segment relativamente nuovo di influenti, ma sicuramente assai meglio organizzato di una volta: i detrattori determinati.Se ne è accorto anche il New York Times che Lunedì 27 Dicembre vi ha dedicato un lungo articolo nella sua sezione Business Day. La tesi dell'articolo è che il gigantesco iceberg della rete contiene anche infrastrutture latenti, non conosciute, ma già predisposte e pronte con bassissimi investimenti ad attaccare a cura di:- attivisti per la protezione del consumatore,- militanti di gruppi anti sistema,- singoli determinati contro un settore o un'azienda o un prodotto,- gruppi di interesse contrari alla crescita di un concorrente,- agenzie e società di servizi spregiudicate che sollevano i problemi per poi proporsi di risolverli... Si tratta di infrastrutture informatiche pronte a colpire nel momento in cui succede qualcosa che si presti ad un attacco contro l'avversario designato. In fondo stiamo parlando della differenza fra il crisis management (l'organizzazione che si predispone e si organizza per gestire una possibile crisi) e il crisis communication (l'organizzazione che reagisce alla crisi quando è già scoppiata).Questo nuovo segmento di influenti, in realtà fa del crisis management, mentre in larga parte delle organizzazioni si fa solo del crisis communication.... Ecco qualche esempio di questi mesi:- dalla recente campagna elettorale, si possono citare sia il caso di www.moveon.org contro Bush; quello, assai più specifico e micidiale, del Swift Boat Veterans for Truth contro l'esperienza di Kerry in Vietnam; e infine quello che ha quasi distrutto la carriera dell'anchorman Dan Rather che aveva impropriamente attaccato la credibilità di alcune affermazioni di Bush sulla sua non gloriosa carriera militare;- dalle implicazioni della guerra in Irak, si può citare la circolazione dell'elenco di aziende francesi da boicottare sul mercato americano, oppure la costituzione di una alleanza fra società di consulenza e agenzie Usa per migliorare la reputazione dell'America nei Paesi ove le questioni irakene hanno prodotto una brusca caduta della reputazione dei prodotti e dei servizi marchiati Usa;- dal mondo delle imprese si può citare il caso di Morgan Spurlock che ha attaccato McDonald's con il documentario Super Size Me; al più recente attacco all'iPod di Apple su www.ipodsdirtysecret.com in cui si sostiene che la batteria dura solo 18 mesi e non può essere sostituita; al caso di www.i-hatestarbucks.com oppure di www.watchingmicrosoft.com.L'articolo del New York Times in realtà non dice nulla di straordinariamente nuovo, ma rappresenta un segnale importante per la nostra comunità professionale: esplicita chiaramente, per chiunque intenda leggerlo in controluce, che esiste ormai sul mercato una offerta strutturata di consulenza e servizi alle imprese sostenuta, anche lei, da una imponente infrastruttura di relazioni pubbliche che tematizza e alimenta le angosce e le paure delle organizzazioni di fronte ad un 'terrorismo virtuale' che parrebbe gonfiarsi anche in funzione di quanto se ne parla sui giornali.Quest'ultima considerazione è sicuramente comprensibile ma alquanto inquietante per noi. Ricordo, tantissimi anni fa, un mio amministratore delegato che mi diceva: 'lei mi fa paura... poichè con la stessa abilità con cui si dimostra capace di sviluppare l'impatto delle cose per me positive è in grado di seminare e far germogliare quelle per me negative'. E c'è ancora chi si stupisce che le relazioni pubbliche siano sotto accusa da parte dell'opinione pubblica? Sarebbe interessante concoscere il parere di qualcuno dei nostri lettori. (tmf)E' cresciuto un nuovo segment di influenti: i detrattori determinati.