Il futuro delle associazioni professionali
18/05/2011
In uno scenario di mercato in continuo mutamento anche le associazioni professionali stanno affrontando un momento delicato. Il tema presentato da _Angelo Deiana_ e _Stefano Paneforte_ riguarda da vicino anche Ferpi, che da oltre 40 anni lavora per essere accanto ai relatori pubblici e sostenerli quotidianamente nella loro professione. Il vicepresidente, _Giampietro Vecchiato,_ ha letto e commentato il libro dei due autori.
di Giampietro Vecchiato
Il futuro delle associazioni professionali è un libro che vuole indagare e conoscere la crescita di quel mondo sconfinato di associazioni professionali che stanno contribuendo a far crescere il capitalismo intellettuale e la knowledge economy in Italia. Un mondo che evolve rapidamente e che ha bisogno di orizzonti non solo strategici (il futuro riconoscimento/accreditamento) ma anche pragmatici, fatti di “best practices”, di identità, di visibilità/notorietà, di reputazione.
Il libro è stato scritto e curato da Angelo Deiana e da Stefano Paneforte per aiutare le associazioni professionali “non ordinistiche” (tra le quali rientra anche la Ferpi che, dal 1970, “insegue” un qualche riconoscimento pubblico) a trovare la forza per essere ancora più organizzate e competitive. D’altra parte, l’economia della conoscenza ha prodotto cambiamenti epocali nel mercato delle professioni. È dunque arrivata l’ora di superare la logica delle chiusure oligopolistiche, riconoscendo le associazioni, riformando il sistema nel suo complesso.
In questa opera di ridefinizione, il punto di equilibrio tra tutela del cliente e competitività, rappresenta la pietra angolare su cui costruire una nuova regolamentazione che tenga conto delle novità del capitalismo intellettuale. E questo perché il nostro sistema professionale è composto da professioni ordinistiche, da associazioni consolidate e organizzate, e da una serie di attività di sicuro rilievo economico ma non ancora ben organizzate in forma associativa.
D’altra parte, molti mondi professionali, compreso quello della comunicazione e delle relazioni pubbliche, stanno affrontando una fase di crescita delicata da cui emergono una serie di importanti necessità: migliorare la propria identità ed il proprio posizionamento competitivo; valorizzare le competenze distintive dei propri iscritti; sviluppare una forte offerta di servizi formativi consolidando il marchio ed il valore associativo. Ma come farlo? Quali scelte organizzative operare?
Il libro – una bibbia per ogni dirigente di associazione professionale con incarichi politico-organizzativi o di rappresentanza istituzionale – è suddiviso e propone al lettore tre chiavi di lettura che si integrano e completano a vicenda.
Nella prima parte vengono affrontate le problematiche storiche e normative legate all’evoluzione delle associazioni professionali e fa il punto sull’attuale stato dell’arte delle professioni nel nostro Paese. In questa parte viene argomentata la validità di un sistema associativo “duale” che prevede, da una parte, la presenza degli “Ordini Professionali” riconosciuti per legge e, dall’altra, l’esistenza delle “Associazioni professionali”. Associazioni che rappresentano un importante patrimonio di conoscenze e di competenze, che garantiscono qualità e responsabilità e che hanno raggiunto livelli di reputazione, visibilità e notorietà molto forti.
La seconda parte – un vero e proprio “manuale” – è dedicata alla delicata fase della progettazione/costituzione di un’Associazione professionale, delle azioni da mettere in atto per farla crescere, farla riconoscere, posizionarla sul mercato. Questa seconda parte analizza anche il contesto giuridico, la Direttiva europea sul diritto di libera circolazione delle professioni e i decreti adottati dall’Italia per la sua concreta applicazione. Dal capitolo 7 al capitolo 13 vengono poi di seguito affrontati i seguenti temi: le problematiche fiscali e tributarie, i processi organizzativi, la formazione ed il marketing, la comunicazione, le strategie web, i metodi di lavoro e di gestione, le certificazioni. Suggerisco la lettura di questa parte del volume anche alle Professioni Ordinistiche: sono certo che vi troveranno utili indicazioni per la governance e per l’organizzazione degli Ordini stessi (soprattutto dopo l’approvazione del tanto famigerato “Decreto Bersani”). Non solo, visto lo scarso livello di “cultura d’impresa” presente tra gli iscritti agli Ordini i singoli professionisti vi troveranno anche le linee guida per gestire efficacemente uno studio professionale, in ottica di competizione e di libero mercato.
La terza parte presenta alcuni modelli competitivi e best practice di Associazioni professionali presenti in Italia. Il capitolo parla soprattutto di modelli organizzativi e funzionali per vincere la sfida della qualità nel rapporto con gli associati e della qualità dell’informazione/comunicazione interna. Ma la parte che dà un valore assoluto alla pubblicazione è quella dedicata alla presentazione di alcune case study associative. I temi affrontati sono quanto di più attuale e innovativo vi possa essere: si va da “come attestare le competenze professionali degli associati” (costantemente e non solo ex-ante e una volta per sempre come avviene negli Ordini) a come “condividere regole deontologiche prive di ambiguità e opacità” per tutelare i clienti finali; da “come valutare la customer satisfaction dei clienti” a come “progettare un percorso formativo ex post in grado di mantenere alte nel tempo le prestazioni degli associati”.
Si tratta di un manuale che tutti i professionisti che ricoprono incarichi associativi dovrebbero tenere a portata di mano sulla propria scrivania. Non solo per gli aspetti organizzativi che affronta ma soprattutto per le linee guida che lo orientano:
a) la concorrenza come stimolo per l’innovazione e l’aggiornamento professionale continuo;
b) la trasparenza (sia interna che esterna) nei comportamenti per eliminare ogni asimmetria informativa nelle transazioni tra professionista e cliente;
c) la ricerca di un giusto riconoscimento dell’Associazione professionale come organizzazione che si autoregola e che governa e aggiorna i requisiti professionali affinché il singolo professionista possa competere in modo efficace e trasparente sul mercato.
Il “manuale”, anche in presenza di una situazione economica in continua evoluzione dove le “libere professioni” seguono sentieri non sempre univoci, invita a riflettere insieme per essere competitivi in termini di processi organizzativi a rete, spazi di mercato e rapporto fra associazioni e Istituzioni. Un orizzonte ed un percorso che possono essere estesi a tutti coloro che volessero progettare “ex novo” un’associazione esistente o una nuova professione tra le migliaia che nascono nei processi di innovazione del capitalismo intellettuale. La finalità di questa opera è allora quella di offrire metodi e strumenti di progettazione associativa che diano la possibilità di effettuare processi di re-engineering anche a chi, non avendo competenze costruite nel tempo per pensare o attuare momenti di cambiamento organizzativo, voglia diventare comunque un punto di riferimento nel mercato delle associazioni professionali del presente e del futuro.
Il futuro delle associazioni professionali
Orizzonti strategici, strumenti, best practices
A. Deiana, S. Paneforte
Gruppo Sole 24 Ore, 2010
pp. 274, € 27,00