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In via di approvazione un decreto che obbliga le imprese a informare e a consultare i propri dipende

15/11/2006

Da un articolo de Il Sole 24 Ore, ecco le direttive della nuova disciplina per la comunicazione ai lavoratori.

Da Il Sole 24 Ore (sezione Norem e Tributi) di sabato 11 novembre 2006Disciplina "stile Ue" sulla comunicazione ai dipendentiSanzioni all'impresa se manca l'informazionedi Valentina MelisSanzioni da 3mila a 18mila euro per le imprese che non rispettano gli obblighi di informazione e di consultazione dei lavoratori. È quanto prevede lo schema di decreto legislativo approvato ieri dal Consiglio dei ministri per recepire la direttiva comunitaria 2002/14/Ce.Il provvedimento, che dovrà essere esaminato ora dalle commissioni parlamentari competenti, si applicherà alle imprese pubbliche e private con più di 50 lavoratori e che esercitino una attività "anche non a fine di lucro" (la direttiva europea definisce "appropriato limitare il campo di applicazione " di queste regole "alle imprese che impiegano almeno 50 addetti o agli stabilimenti che impiegano almeno 20 addetti", per evitare vincoli "tali da contrastare la creazione e lo sviluppo di piccole e medie imprese").Secondo il testo predisposto dai ministeri delle Politiche comunitarie e del Lavoro, le informazioni e le consultazioni dei lavoratori dovranno riguardare: a) la situazione economica, l'andamento recente e quello prevedibile dell'attività dell'impresa o dell'unità produttiva; b) la situazione, la struttura e l'andamento prevedibile dell'occupazione e, in caso di rischio per i livelli occupazionali, le misure di contrasto previste; c) le decisioni dell'impresa che possono comportare cambiamenti rilevanti dell'organizzazione del lavoro, dei contratti.
Lo schema di decreto legislativo lascia comunque ai contratti collettivi il compito di definire le modalità di informazione e di consultazione dei lavoratori, che dovranno garantire "l'efficacia dell'iniziativa ", contemperando gli interessi dell'impresa con quelli dei dipendenti. Alcuneinformazioni possono quindi essere tutelate: i rappresentanti dei lavoratori e gli esperti che possono assisterli non saranno autorizzati, ad esempio, a rivelare a lavoratori o ad altre persone informazioni espressamente ricevute in via riservata, nell'interesse dell'impresa. Il datore di lavoro "non è obbligato - si legge nel testo - a procedere a consultazioni o a comunicare informazioni che, per comprovate esigenze tecniche, organizzative e produttive siano di natura tale da creare notevoli difficoltà al funzionamento dell'impresa" o "da arrecare danno". L'impresa potrà ricorrere al giudice del lavoro, "anche in via cautelare, perché venga dichiarata la riservatezza delle informazioni". Resta ferma l'applicazione del Codice sulla protezione dei dati personali (Dlgs 196/03).Il decreto legislativo esaminato dal Consiglio dei ministri prevede comunque sanzioni a carico delle aziende per tutelare il diritto all'informazione dei lavoratori: le imprese che non rispetteranno gli obblighi di comunicazione fissati, rischiano una sanzione da 3mila a 18mila euro"per ciascuna violazione". A ricevere le segnalazioni e ad applicare queste "multe", sarà la direzione provinciale del Lavoro competente per territorio.
La soglia: e nuove regole si applicano alle aziende pubbliche e private anche senza fine di lucro con più di 50 dipendenti.
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