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Intervista a Dejan Verčič. Le riflessioni dopo BledCom

10/07/2025

Valerio Fabbri

L'impatto dell’intelligenza artificiale sulle relazioni pubbliche nelle riflessioni dell’organizzatore dell’evento a cura del socio Valerio Fabbri.

 

Dejan Verčič è un esperto imprenditore, ma soprattutto è un instancabile professore universitario che, qualche anno fa, risultò secondo solo a James Grunig come ricercatore più citato nel campo delle relazioni pubbliche globali a livello mondiale. Insieme ad Ana Tkalac Verčič, docente all'università di Zagabria e a Krishnamurthy Sriramesh, dell'università del Colorado, Dejan - che fa parte anche del comitato scientifico internazionale di FERPILab – organizza e soprattutto anima il simposio di BledCom. Ecco alcune riflessioni sull’impatto dell’intelligenza artificiale sulle relazioni pubbliche:

 

Il relatore principale di BledCom 2025 ha descritto un futuro cupo per la nostra professione con l’IA, tu come la vedi?

L'intelligenza artificiale non è veramente artificiale, poiché è creata e gestita da esseri umani, né autenticamente intelligente, poiché fa solo ciò per cui la programmiamo. E sebbene i bot generino ora una quota significativa dei contenuti dei social media, non dobbiamo dimenticare che sono pur sempre gli esseri umani a costruirli e a dirigerli.

Per me, resistere alle nuove tecnologie è irrazionale: dovremmo concentrarci sul padroneggiarle, per questo penso che coloro che impareranno a usarle in maniera efficace saranno in grado di conquistare il futuro, e io intendo essere tra questi. L'intelligenza artificiale rappresenta un supporto di grande valore per i professionisti delle relazioni pubbliche che fanno affidamento sull'intelletto e sul capitale sociale, ma rappresenta una seria minaccia per coloro che ripongono il loro valore in competenze tecniche e attività di routine.

 

Il simposio è rinomato per l’atmosfera informale che facilita numerose e fruttuose occasioni i per lo scambio di idee ed esperienze. Quali indicazioni hai raccolto questa volta?

Quando abbiamo dato vita a BledCom, 32 anni fa, i partecipanti erano tutti nordamericani ed europei bianchi, prevalentemente uomini. Oggi, partecipano soprattutto donne, peraltro provenienti da ogni parte del mondo. In termini di pubblicità e promozione, le relazioni pubbliche rappresentano un'industria importante sempre più concentrata in Asia. Come strumento di soft power nell'arena politica, invece, le RP sono intrinsecamente legate alle “megasuperpotenze” emergenti. Eppure, esiste un terzo spazio – tra i due elefanti – che appartiene a tutti noi. Con il rapido cambiamento del mondo le relazioni pubbliche, settore un tempo prevalentemente basato negli Stati Uniti e nel Regno Unito, si stanno globalizzando. Resta da vedere come si svilupperà questa trasformazione e con quali conseguenze.

 

BledCom 2026 tratterà la comunicazione di crisi: perché questa scelta?

Negli ultimi anni il nostro vocabolario si è ampliato per riflettere la complessità del mondo che ci circonda: non parliamo più solo di crisi, ma anche di paracrisi, metacrisi, policrisi e persino “omnicrisi”. Questa proliferazione linguistica segnala un più ampio riconoscimento culturale e politico. Molti, infatti, ritengono che stiamo vivendo contemporaneamente crisi multiple, sovrapposte, che si rafforzano a vicenda: economica, ambientale, politica, tecnologica e sociale. In questo contesto quindi è il momento giusto per presentare prove empiriche, confrontarsi con quadri concettuali e valutare in maniera critica sia la nostra situazione attuale che ciò che sta realmente accadendo. Non basta etichettare la nostra condizione, dobbiamo comprenderla. Come ha giustamente affermato un mio amico: "Se oggi non sei confuso, probabilmente non capisci cosa sta succedendo". In questo spirito, la confusione non è una debolezza, ma un sintomo di un onesto confronto con la complessità del nostro tempo.  

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