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L'ambientalismo possibile

20/02/2024

Diana Daneluz

Il libro si pone una domanda non da poco: come conciliare sviluppo economico e sostenibilità ambientale, per una ”crescita felice” a vantaggio di tutti?

La risposta non è una, ma una “possibile”. Angelo Bruscino e Alessio Postiglione – imprenditore e saggista l’uno, anche impegnato in prima persona nelle e per le aziende della green economy, addetto stampa della Regione Lazio, giornalista e docente l’altro – provano a darla nell’ultimo libro scritto a quattro mani, “L’AMBIENTALISMO POSSIBILE. Green Deal, PNRR e transizione energetica: la grande trasformazione dell’Italia del futuro”, edito da Historica/Giubilei - Regnani. Che in estrema sintesi è questa: alleanza vs antagonismo fra ambiente ed economia. Uscendo così dalla pericolosa dicotomia che ha fatto anche dell’ambiente un terreno di scontro politico, tra economia antiambientale e ambientalismo antieconomico.

Ma come ce la spiegano i due Autori questa che è la tesi del loro libro? Per step successivi, diciamo, in un ideale scambio con chi legge che porti alla verifica anche di quanto asseriscono.  Intanto mostrando una conoscenza approfondita del pensiero filosofico che sta dietro ai concetti stessi di natura, cultura ed economia, fondamentale in questa partita; poi dei  movimenti passati e presenti intorno al tema della difesa dell’ambiente e della irrinunciabile oggi transizione ecologica, tra tassonomie precise e sistematizzazione, a beneficio del lettore, dei diversi ruoli ricoperti nell’affermazione del paradigma verde dalle istituzioni italiane, europee e globali nonché dalle diverse organizzazioni della società civile.

Poi, direi, guardando in faccia i pro e i contro delle diverse posizioni. Dalle contraddizioni del capitalismo e della sua ineluttabilità e ragion d’essere, se riformato in senso sostenibile, alla miope accettazione di un ambientalismo tout court che, se integralista, punterebbe a sabotare l’economia piuttosto che a difendere l’ambiente, all’illusione della libertà nel liberismo, che diventa annientamento dell’uguaglianza, cui opporsi attraverso la fraternità, quale polo di equilibrio tra libertà ed equità, Stato e mercato, economia ed ecologia.

Naturalmente si sottolinea anche in queste pagine la stretta interconnessione tra transizione ecologica – come trasformazione socio-istituzionale del Paese caratterizzata dall’abbandono delle energie fossili a favore di quelle rinnovabili e da un’economia circolare autorigenerativa e senza scarti – e transizione economica e digitale (la digitalizzazione offre opportunità  di trasformazione inaudite del modello energetico), perché quello a cui tendono gli Autori è immaginare una possibile (e realizzabile) prospettiva futura. Di qui l’analisi degli strumenti messi in campo, dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile del pianeta e i suoi 17 goal al Green Package europeo del 14 luglio 2021, ai progetti di investimento pubblico europei del Green Deal e del PNRR, e a molti altri qui citati. La transizione ecologica così configurata rappresenta uno scarto dall’ambientalismo tout court, perché prevede una ratio dietro politiche pubbliche dagli obiettivi ambiziosi che hanno a teatro tutto il globo nel segno di una innovazione regolata, che però rivela via via tanti dei suoi limiti, uno su tutti quello dello spettro di una occupazione sempre più limitata. E più in generale quello dei costi della transizione ecologica e di chi sarà a pagarli, quello della possibilità di attuazione, attraverso questi strumenti, di scelte ‘ideologiche’ di ostacolo allo sviluppo e all’interesse collettivo, quelli, banalmente, delle diverse crisi energetiche verificatesi o in corso e della sicurezza energetica.

A livello superiore gli Autori indagano anche il ruolo dell’ambientalismo quale volano di un processo di sovranazionalizzazione dei processi decisionali, un processo che parte da lontano ma che subisce, come tutto oggi, una potente accelerazione, e lo è, volano, perché l’ecologia è un problema globale che richiede risposte globali. Tuttavia, gli Autori qui si uniscono al coro di quanti avvisano come dietro a questo ambientalismo “dall’alto” si annidi sempre il rischio di scelte burocratiche incapaci di sintesi degli interessi e perciò di tutelare quelli nazionali e dello stesso singolo.  Si pone quindi una responsabilità forte, in capo al Governo italiano come degli altri di difesa degli interessi peculiari della nazione pur nel rispetto di linee guida che vanno verso obiettivi comuni di sostenibilità. E sempre più evidente è il ruolo delle imprese che aderiscono con convinzione, ad esempio, ai principi dell’economia circolare, mettendoli in atto e diffondendoli con le loro buone pratiche, così come il ruolo di una cultura aziendale e di leadership capace di veicolare il messaggio che l’economia circolare “conviene” e quello di una finanza ‘verde’ che sostenga la transizione ambientale.

Per chi scrive, insomma, l’ambientalismo non è solo possibile, ma benvenuto, se “pragmatico” e quindi depurato dal dannoso ecologismo ideologico dei divieti e da quello snob e politically correct delle classi agiate che abbracciano a loro modo la transizione ecologica e non si preoccupano degli esiti (per gli altri) di certe scelte draconiane.  L’orizzonte a cui tendere è piuttosto quello di una alleanza fra economia ed ecologia che si sforzi di far camminare assieme sviluppo e sostenibilità - ambientale, sociale ed economica – e di preservare all’Occidente il posto che gli compete rispetto ad altri Paesi dello scacchiere geopolitico, dove ad essere mosse sono anche le pedine dei “carburanti” nuovi della transizione energetica stessa.

In questa direzione, la comunicazione è importante. Una comunicazione responsabile capace di rappresentarsi e rappresentare le questioni dello sviluppo sostenibile e della transizione ecologica sulle quali migliorare l’engagement dell’opinione pubblica e raccontarle per voce di giornalisti, esperti di comunicazione e di climate change, delle stesse imprese, nel mix generativo delle loro rispettive competenze.  Accanto alle politiche pubbliche, quindi, politiche simboliche di costruzione di un nuovo immaginario, consapevole e informato, sui temi dell’ambiente, fondamentali per noi oggi e per le generazioni future.

E in questa direzione importanti sono anche le relazioni pubbliche nella ricerca, per le imprese che puntino oggi ad uno sviluppo duraturo, di un nuovo modello di relazioni con gli stakeholder che l’approccio Enviromental Social and Governance-ESG implica, tra obblighi di legge e adesioni volontarie a standard internazionali di sostenibilità, improntato alla massima trasparenza e garanzia per clienti e fornitori.

Il libro attinge da tantissime fonti, ci costringe ad uno sforzo di memoria o ci regala precedenti che non conoscevamo. È un libro che insegue un presente che è già domani, in velocissimo cambiamento, dove una volta di più ci chiediamo, come facciamo per la pervasività dell’Intelligenza Artificiale, se le trasformazioni che stiamo vivendo sulla nostra pelle, letteralmente, sia nella nostra esistenza di abitanti del mondo, sia nel lavoro, si tradurranno davvero nelle opportunità promesse o piuttosto in privilegi e potere per pochi e rischi e costi per molti. Non si sbilanciano, Bruscino e Postiglione, di fronte ad una rivoluzione anche in questo campo in atto che pone non una, ma mille, diverse, sfide. Unica certezza: che siano sfide non solo globali, non solo del singolo Stato, non solo del singolo. Servirà un assieme.

Gli autori

Angelo Bruscino e Alessio Postiglione hanno già lavorato insieme e con successo, vincitori infatti con il libro “Popolo e populismo”, pubblicato nel 2019, del Premio Milano International 2020. Entrambi sono stati insigniti dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Angelo Bruscino è saggista ed imprenditore, socio e dirigente di aziende della green economy. Già presidente nazionale giovani di Confapi, è presidente di Confidi Pmi Campania. Collabora con l’Huffington Post ed è Cultore della materia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Alessio Postiglione, giornalista professionista, è addetto stampa alla Regione Lazio, direttore del Master in Communications della Rome Business School e docente in SIOI e alla 24Ore Business School. Già capo ufficio stampa alla Presidenza del Consiglio dei ministri e addetto stampa al Ministero dei Beni Culturali, al Parlamento Europeo e del Sindaco di Napoli. Il suo precedente libro, “Calcio & Geopolitica”, ha ricevuto la menzione speciale nella sezione Saggistica al 56° Concorso Letterario CONI.

L’editoria di Giubilei e Regnani

Quella proposta da Historica Edizioni è un’editoria indipendente e di qualità. Attiva dal 2008, nata da una precedente esperienza di e-magazine culturale, oggi ha in catalogo oltre quattrocento titoli e sei collane principali. A portarla avanti la visione del suo fondatore, Francesco Giubilei, nel suo generativo incontro con Giorgio Regnani, imprenditore modenese e appassionato di editoria e libri.

Prossimamente

Il libro sarà presentato, insieme al dossier di Nazione Futura “Italia Green”, nell’iniziativa AMBIENTE & INNOVAZIONE, in collaborazione con FERPI Lazio, martedì 5 marzo 2024 alle 18.00 a Roma, in Confagricoltura (Sala Serpieri, Corso Vittorio Emanuele II, 101). Per gli interessati: info@giubileiregnani.com | info@nazionefutura.it




L'ambientalismo possibile
Green Deal, PNRR e transizione energetica: la grande trasformazione dell’Italia del futuro
Alessio Postiglione, Angelo Bruscino
Historica Edizioni, 2023
pp. 180, € 18,00

 

 

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