Redazione
Dalla gestione delle crisi dipende la reputazione ma talvolta anche la sopravvivenza delle organizzazioni. In che modo i social hanno cambiato la crisis communication? Se ne è parlato durante l’evento “Reputazioni sull’orlo di una crisi social”, organizzato dalla Delegazione Ferpi Lazio lo scorso 9 ottobre a Roma.
“Ci vogliono vent’anni per costruire una reputazione 5 minuti per distruggerla”, ha sostenuto Warren Buffet. Oggi è più che mai così, in un’era in cui l’avvento del digitale ha trasformato la realtà che ci circonda e reso il legame di fiducia reciproca tra diversi soggetti un requisito indispensabile per l’economia e la sopravvivenza delle imprese. In questo scenario la comunicazione di crisi è fondamentale per proteggere l’organizzazione dalle minacce e ridurne l’impatto negativo.
Sono alcune delle evidenze emerse durante “Reputazione sull’orlo di una crisi social”, l’incontro organizzato a Roma lo scorso 9 ottobre dalla Delegazione Ferpi Lazio e che ha visto al tavolo dei relatori, moderati da Daniele Chieffi e introdotti da Giuseppe De Lucia, Patrick Trancu, Crisis Management Advisor, Luca Poma, Giornalista e scrittore, Docente, Consulente in Reputation management e Crisis communication, Toni Muzi Falconi, Senior Counsel Methodos, Fabrizio Vignati, Docente e Founder REPCOM, Pier Luca Santoro, Esperto di marketing, comunicazione & sales intelligence, Rosalba Benedetto, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne Gruppo Ilva, Liliana Di Donato, Caporedattore Centrale Donna Moderna, Michele Mezza, Giornalista, saggista e docente, Gianni Del Vecchio, Condirettore Huffington Post, Enrico Pedretti, Marketing and communication Director Manageritalia e Francesco De Lorenzo, FederManager.
Il digitale ha cambiato le cose: esiste la necessità sia della preparazione sia della gestione e della cultura aziendale. Ma quindi i social hanno fatto sì che la crisi faccia più male di prima o no?
La crisi è rimasta uguale ma è cambiata dal punto di vista della capacità d’impatto perché il digitale ha amplificato gli effetti diventando un’arma su cui non sempre abbiamo il controllo. Quindi una crisi più pervasiva e dannosa.
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