Redazione
Un libro per gli appassionati e i curiosi di moda e costume, gli stakeholder, agli studenti e anche per chi ritiene che abiti e accessori siano l’apoteosi dell’inconsistenza. Perché tutto è vanità. E niente è più utile del futile.
"La teoria dei colori" è semplice: in epoche di benessere le tonalità sono sobrie, mentre diventano accese in tempi calamitosi.
Era così nei ricchi anni Ottanta quando, nelle redazioni dei fashion magazine di tutto il mondo, le ragazze e le signore alla moda vestivano rigorosamente di nero.
È così ai giorni nostri, dalla crisi del 2008 alla pandemia, con sfilate e collezioni innervate di fluo e color block.
Un pamphlet che definisce il rapporto tra moda e società, nelle diverse stagioni dell'ultimo secolo, tra picchi di opulenza e smarrimento. Un filo invisibile che unisce Elsa Schiaparelli ad Alessandro Michele. E Cristóbal Balenciaga a Rei Kawakubo.
Arricchito da dialoghi con protagonisti di altre creatività (arte, design, architettura, musica, cinema, letteratura), questo libro si rivolge agli appassionati e ai curiosi di moda e costume, agli stakeholder, agli studenti, e anche a chi ritiene che abiti e accessori siano l'apoteosi dell'inconsistenza. Perché tutto è vanità. E niente è più utile del futile.