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L'autogol di Google

22/08/2005

Inspiegabile lacuna nella comunicazione da parte di Google. Il colosso del web, offeso da un articolo in cui vengono riportate informazioni personali sull'ad, annuncia di non parlare più con i reporter di CNet fino al 2006.

Alla fine ne hanno parlato tutti, giornali italiani compresi. Il silenzio stampa di Google nei confronti della webzine CNet ha finito per dare un'eco clamorosa a una vicenda che altrimenti sarebbe passata quasi sotto silenzio.
Il grande affronto subito dal motore di Mountain View riguarda un articolo pubblicato su CNet e firmato dalla reporter Elinor Mills. La giornalista riporta una serie di informazioni strettamente personali (ma non diffamanti) sul Ceo del celebre search engine, Eric Schmidt: pilota gli aerei, vive con la moglie Wendy, ha recentemente venduto azioni per un valore di 140 milioni di dollari, ha finanziato la campagna elettorale di Al Gore e l'anno scorso ha guadagnato 1,5 milioni di dollari.
Ma il fatto più importante della vicenda riguarda la fonte di Mills. La reporter ha dichiarato infatti di aver trovato le informazioni utilizzando esclusivamente un motore di ricerca. Quale? Google, ovviamente. Ed è proprio questo l'ingrediente dell'affaire Google-CNet ad aver irritato l'azienda di Page e Brin. L'articolo è stato visto come un attacco frontale finalizzato a dimostrare i potenziali pericoli per la privacy dei cittadini legati all'utilizzo dei motori di ricerca e di Google in particolare.
Il fatto che tutti i particolari privati della vita di Schmidt siano accessibili attraverso canali pubblici è in effetti inquietante. Stupisce però la risposta di Google, anzi la sua non risposta. La scelta di mettere al bando CNet si sta rivelando decisamente impopolare. Le relazioni pubbliche insegnano che è sempre meglio interloquire, piuttosto che far finta di nulla.
 Emanuela Di Pasqua-Totem
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