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Le bugie corrono in rete

11/04/2012

Le notizie si diffondono sui social network con un meccanismo di passaparola talmente rapido che, spesso, rende impossibile verificare l’attendibilità delle forti. Un esempio di questa dinamica è il recente caso del Governatore del Sud Carolina, _Nikki R. Haley._ Un monito sui pericoli dell’informazione in tempo reale.

di Jeremy W. Peters
Ci sono voluti soltanto due minuti. E una notizia riportata su un blog semisconosciuto che annunciava che il governatore Nikki R. Haley stava per essere incriminata si è diffusa dai circoli politici del Sud Carolina fino a raggiungere l’opinione pubblica nazionale, diventando l’ultima lezione sui pericoli di una cultura basata su un’informazione istantanea.
Il rapido diffondersi della voce, che da semplice pettegolezzo è approdata ai giornali, in gran parte via Twitter, ha costretto Ms. Haley a correre ai ripari, difendendo se stessa contro la falsa notizia. E ha lasciato le nuove organizzazioni ad affrontare un ulteriore round della questione legata alla responsabilità e agli standard etici connessi al tormentone: “I retweet non implicano alcuna garanzia di autenticità” che da mesi dominano la riflessione dedicata alla politica del giornalismo dei nostri tempi.
C’erano elementi del sabotaggio old style tipici del Sud Carolina: un governatore repubblicano imbattuto e possibile concorrente alla vice-presidenza perseguitata da un’accusa non provata di scorrettezza. E c’erano elementi moderni: un blogger di 25 anni filo – liberale desideroso di fare pubblicità al suo nuovo sito web, e gruppi di giornalisti politici alla ricerca di rumors che guardano al mondo in tempo reale e inedito di Twitter come al primo luogo per comunicare le notizie.
A posteriori c’erano buone ragioni per dubitare che la notizia del 29 marzo, postata dal blog Palmetto Public Report, che affermava che Ms. Haley stava affrontando un atto di accusa per frode fiscale, fosse vera. Il Blog editor, Logan Smith, non ha mai contattato l’ufficio stampa del governatore per un commento prima di postare il materiale. Più tardi, in una mail, Mr. Smith ha detto che neanche lui è sicuro che le sue fonti siano attendibili.
“Ho riportato queste fonti credibili che affermavano di ritenere che il governatore fosse accusato – ma non sapevo se fosse stata davvero incriminata e neanche credevo personalmente che sarebbe stata incriminata.” (Non ha risposto alle domande fatte con lo scopo di ottenere ulteriori chiarimenti.)
Ma i giornalisti che, dall’uscita della news, hanno ripostato la notizia di Mr. Smith su Twitter – tra cui sono inclusi sia l’establishment vecchio e venerabile (The Washington Post, CBS News) che i nuovi e i più letti (The Huffington Post e BuzzFeed) – non avevano modo di sapere che un momento dopo che era andato online, e non si sono fermati a controllarlo prima.
29 marzo 29, ore 12.52: Il blog Palmetto Public Record pubblica un articolo online dal titolo Haley indictment imminent? Stay tuned nel quale vengono citati due non meglio identificati “noti esperti legali” che dicono di aspettare il via libera dal Dipartimento federale di Giustizia per incriminare Ms. Haley “già questa settimana” per le accuse derivanti dal suo coinvolgimento con un tempio Sick locale.
12:54: Un blogger di The Hill un giornale di Washington dedicato alla politica e al governo, manda un post su Twitter dedicato alla notizia ai suoi 1.500 followers, tra cui numerosi giornalisti politici famosi con un folto gruppo di seguaci che raggiungono le decine di migliaia di persone. Alcuni ripostano il materiale – Buzz Feed solo due minuti dopo; The Washington Post 18 minuti più tardi.
13.03: Il Daily Beast posta un breve articolo , che rimuove poco dopo, relativo alla notizia diffusa da Palmetto Public Record diventato uno dei più grandi siti online per approfondimenti degli articoli insieme al Daily Kos e al The Daily Caller.
13.12: Un reporter di USA Today contatta l’ufficio di Ms. Haley con una richiesta di commento, la prima di una lunga serie di domande che “pioveranno” sul governatore e sul suo staff per tutto il giorno.
13.22: La campagna di Romney, che si dice che consideri Ms. Haley come una delle possibili scelte per la vice-presidenza, riceve una richiesta di commento da ABC News.
13.25: Mr. Smith sembra infastidito da tutta l’attenzione destata dal suo articolo, posta su Twitter: “Beh, adesso so cosa vuol dire assistere alla diffusione virale di una vicenda in tempo reale.”
15:29: Matt Drudge, il cui sito molto frequentato Drudge Report può aiutare a guidare le decisioni prese nelle redazioni di tutto il paese, propone un link all’ articolo del Daily Caller.
Il mattino seguente il più importante giornale della Carolina del Sud, The State, ha pubblicato in prima pagina un articolo sulla vicenda.
Ms. Haley ha provato invano a convincere il reporter del The State a non scrivere nulla. “Mi ricordo che ho urlato al telefono, e di solito non lo faccio” ha detto il governatore al telefono. “Ho detto ‘Perché mi fate questo? Non ci sono prove!’”
Il suo ufficio più tardi ha rilasciato una nota sull’ Internal Revenue Service dichiarando che non esisteva alcuna indagine fiscale sul conto di Ms. Haley.
Non è la prima volta che una notizia discutibile su Twitter ha intorbidito le elezioni del 2012 – la prima campagna presidenziale nella quale il microblogging è stato usato ampiamente dai canali di informazione come strumento per segnalare e dare le notizie.
E nonostante molte organizzazioni abbiano stabilito gli standard per l’uso di Twitter per i loro giornalisti, i reporter rimangono liberi di esercitare la loro propria e inedita libertà di giudizio sulle news.
Per molti è questo il bello di Twitter: è un dispositivo di conversazione nel quale le parole sono mutevoli e sempre modificabili. E come ci insegna l’episodio di Palmetto Public Record, chiunque può prendere parte alla conversazione.
Ben Smith, capo redattore di BuzzFeed, che mescola notizie di politica leggere con altre serie, afferma di credere che gli utenti di Twitter sappiano che le notizie che leggono sono in uno stato di costante evoluzione e non devono essere prese come vangelo.
“Quello che si ottiene è una conversazione in evoluzione e la possibilità di continuare a parlarne” aggiunge Smith. “Il bello in tutto ciò è la rapidità di auto-correzione. Se si fosse trattato di un articolo di giornale, sarebbe stato al centro dell’attenzione per un giorno.”
I reporter di Buzz Feed e molti altri che hanno mandato post sull’articolo del Palmetto Public Record più tardi hanno riportato post sulle smentite del governatore e le lettere prodotte dall’ Internal Revenue Service. Tucker Carlson, capo redattore del The Daily Caller, si è scusato personalmente con Ms. Haley.
Ma anche coloro che condividono il valore di Twitter come strumento di reporting conversazionale mettono in discussione il guadagno che si ha introducendo news illegittime nella conversazione.
“Ho visto i tweet originali, e il mio primo pensiero è stato che non avevo mai sentito parlare del sito che lo aveva riportato,” ha detto Byron York, il corrispondente capo dei politici per il Washington Examiner. Mr. York, un prolifico utente di Twitter, ha deciso di non mandare il pezzo ai suoi 30.000 followers. “E’ stata una decisone abbastanza semplice da prendere,” afferma York.
Nikki Haley teme che questo episodio possa aver danneggiato la sua reputazione e ha affermato che non è certa che essa possa essere riparata in modo molto semplice. Ma si è detta certa di una cosa: “Ce ne sarà un altro,” ha detto, predicendo un altro tentativo di diffamazione online. “Non sono l’unica a pensare che questa cosa debba essere impedita.”
Tratto da The New York Times

A proposito di social network, la stampa americana in questi giorni ha sollevato una nuova questione riguardante il loro valore in termini finanziari, battezzando il fenomeno col nome di Social Media Bubble.
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