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L’incredibile leggerezza dei giornali italiani

26/04/2010

L'opinione di Toni Muzi Falconi in relazione ai commenti dei giornali italiani alla rubrica di Clark Hoytt del _New York Times_ in cui spiega le ragioni della presa di posizione della testata contro la Chiesa. Commenti che denotano superficialità o almeno leggerezza nei confronti di un giornalista, il cui ruolo è proprio quello di tutelare il lettore.

di Toni Muzi Falconi
Mi pare davvero incredibile la leggerezza con cui molti giornali italiani abbiano ripreso lunedì la rubrica settimanale del garante del lettore del NYT, Clark Hoyt nella parte in cui spiega le ragioni della insistenza con la quale quel giornale ha criticato la Chiesa senza dire ai lettori che la rubrica è settimanale, che Clark Hoyt ha più volte in passato informato i lettori che la sua rubrica chiude il venerdi e che quindi non poteva tenere conto della, finalmente!, netta posizione assunta da Padre Lombardi sabato scorso.
Stupisce peraltro che soltanto oggi i giornali italiani si accorgono che da anni il NYT pubblica ogni settimana un lungo articolo in cui spiega le ragioni interne di errori e di valutazioni talvolta ritenute troppo critiche. Magari lo facessero anche loro…
Comunque conosco Hoyt e sono certo che quell’articolo non sarebbe uscito se Padre Lombardi avesse parlato 24 ore prima.
Alla peggio, viste le tante lettere di protesta dei lettori al NYT, avrebbe tenuto conto conto di quell’outing per sostenere l’efficacia della posizione assunta dal giornale.
Insomma, altro che Vietcong (in realtà giapponesi..) – come dice il blasfemo e senza bastone Zaia a proposito dei partigiani dell’ Anpi (l’ultima specie nobile rimasta della nostra nazione che si è sacrificata per assicurare un futuro decente alla mia generazione che ha sprecato l’occasione…).
Malgrado il ricco dibattito emerso dal Festival di Perugia dei giorni scorsi, ce ne vorrà del tempo perché alcuni nostri colleghi giornalisti si rendano conto di quel che avviene al nord del Ticino e al sud della Sicilia.
Speriamo che nel frattempo i giornali sopravvivano…..
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