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L'industria farmaceutica è opaca

03/07/2006

Esce un report dal titolo "Branding the Cure: a Consumer Perspective on Corporate Social Responsibility, Drug Promotion and the Pharmaceutical Industry" che dà i voti alle principali aziende farmaceutiche in termini di politiche socialmente responsabili, di corretta informazione e di trasparenza.

Il bilancio non è affatto positivo: manca la trasparenza, mancano le informazioni e manca anche un codice deontologico per quanto riguarda l'advertising dei prodotti farmaceutici.  
 Lo studio, condotto da Consumers International (CI), ha esaminato venti tra le principali aziende farmaceutiche per verificarne la Corporate Social Responsibility (CSR) rivolgendo l'attenzione a diversi fattori:-Trasparenza delle aziende nel denunciare il budget stanziato per il marketing.-Distribuzione gratuita di campioni di farmaci ai medici da parte degli informatori farmaceutici.-Regali e pagamenti ai professionisti del campo sanitario.-Uso appropriato del materiale promozionale.-Pubblicità diretta ai consumatori.-Campagne informative sulle malattie.-Sponsorizzazione di gruppi di pazienti.-Concorrenza.-Ricerche post-marketing.Il progetto, avviato nel 2005, è stato finanziato dalla Direzione Generale per l'Occupazione, gli Affari Sociali e le Pari Opportunità della Commissione Europea.Nell'Unione Europea vige il divieto di pubblicizzare i farmaci, quindi le case farmaceutiche rivolgono i propri sforzi di marketing verso i medici, gli studenti e i farmacisti. A questo canale si aggiungono gruppi di chat su Internet e siti di informazione su farmaci e malattie. Altre tecniche di promozione prevedono la pubblicazione di dati sulla salute e sulle malattie attraverso pamphlets, riviste e articoli, il tutto senza che le aziende reclamizzino direttamente uno o più prodotti. Questo tipo di comunicazione è spesso intesa come CSR, ma in realtà è utilizzata per indurre un rafforzamento della domanda da parte dei pazienti.
Il bilancio del report non è ottimista: poca trasparenza, poca fedetà all'apparato normativo e troppa superficialità nelle politiche socialmente responsabili, tanto da far pensare che talvolta siano un abito di comodo. Lo studio del CI sottolinea la necessità da parte delle case farmaceutiche di attenersi ai codici, alle norme e alle leggi già esistenti a proposito di CSR. Inoltre invita le aziende a sollevare il velo che copre le relazioni tra industrie e ricercatori.Emanuela Di Pasqua - Totem
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