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Ma McDonald's fa sul serio?

14/03/2005

La nuova campagna salutista di McDonald's è intesa dall'azienda come il buon esempio dato dai più grandi. Ma alcuni temono sia una campagna pubblicitaria a cui non corrispondono fatti reali.

Due interessanti articoli su Spin Watch e Suntimes segnalano gli ultimi sforzi promozionali di McDonald's e il motivo della diffidenza suscitata tra i più critici."It's what I eat and what I do ... I'm lovin' it": così si chiama l'ultima campagna pubblicitaria promossa dal gigante della ristorazione fast food. Include una campagna televisiva, intere pagine nei principali quotidiani, video didattici rivolti ai più piccoli per insegnare loro le regole della buona alimentazione e un sito aggiornato. Tra i  testimonial alcuni campioni sportivi, come le sorelle Williams.L'obesità nel mondo aumenta con un tasso direttamente proporzionale all'incremento di fatturato dell'industria del junk food e diventa addirittura un problema dei poveri, più che dei ricchi.Esce Super Size Me, documentario denuncia sul gigante del fast food prodotto e diretto da Morgan Spurlock. L'industria dell'hamburger a questo punto decide di rispondere, declinando ogni responsabilità per l'epidemia mondiale di malnutrizione e sfornando yogurth da bere, frutti da sgranocchiare e insalate plus.Ma il tripudio di spot, campagne di sensibilizzazione e strategie innovative suggerisce anche, tra i malpensanti, un tentativo di farsi pubblicità senza serie intenzioni di impegnarsi in una direzione salutista. Tanto più che ricorre il cinquantesimo compleanno di McDonald's. Se da una parte viene riconosciuta la volontà dell'azienda di combattere l'obesità e la mala nutrizione, i più critici continuano ad accusare la multinazionale di produrre cibo spazzatura,  insinuando che il cliente tipo di McDonald's non cerca certo frutta e inslata e sostenendo che l'impegno dovrebbe essere quello di rendere più sani i prodotti storici McDonald's.Anche nelle modalità comunicative, secondo queste accuse, c'è una malafede. Per esempio non viene mai pronunciata la parola obesità, quasi a voler negare una realtà preoccupante dai confini sempre meno delineati.Fanno discutere inoltre alcune pubblicità. Negli Usa per esempio è stato lanciato uno spot animato in cui immagini di cubi in perenne movimento si inseguono in maniera suggestiva, metafora dell'esercizio fisico. A un certo punto vengono mostrati contenitori di patatine fritte di McDonald's, con posate che simboleggiano braccia e gambe simulanti esercizi fisici.L'immagine è carina. Ma ci si chiede. "Ha senso che compaiano le patatine fritte in uno spot sui benefici del fitness?".Emanuela Di Pasqua-Totem
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