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Nel 2010 internet batterà la tv

20/04/2009

Entro un anno, passeremo più tempo sul web che davanti alla televisione. Lo dice una ricerca di Microsoft che spiega come i programmi arriveranno on demand sui telefonini, sulle console e sul Pc.

C’era una volta l’abitazione tradizionale, con la televisione in salotto, il computer in camera e il cellulare (o il lettore MP3) sulla mensola dell’ingresso. Una casa, insomma, frammentata in un giusto e definito rapporto tra dispositivi e ambienti. Attenzione però che, già dal 2010, quest’ordine costituito potrebbe subire duri attacchi e costringerci a rivedere la mappa delle nostre abitudini, domestiche e non solo.


La novità in questione è determinata dal sorpasso di internet sulla televisione. Da una ricerca Microsoft – intitolata “June 2010: internet to overtake traditional tv” – emerge un quadro sull’utilizzo futuro del web da parte della popolazione europea.


Secondo il rapporto, l’anno prossimo l’uso di Internet raggiungerà una media di 14,2 ore alla settimana rispetto a una media delle 11,5 della televisione. Più di due giorni e mezzo sul web al mese contro i due circa davanti alla tivù. Ciò non significa, comunque, che spariranno i programmi televisivi, o che si userà soltanto il Pc: tenendo conto dell’evoluzione dei mezzi, si può ipotizzare che a cambiare sarà in realtà la loro fruizione. In sintesi, il web dovrà ridefinirsi: ovvero cambierà il modo di navigare in una Rete dove già ora i filmati costituiscono la forma di intrattenimento più amata dal 28% degli europei.


E la televisione? Diventerà sempre più un’esperienza interattiva globale, accessibile da più parti (celllulari e Pc) grazie alla banda larga. I tre schermi (televisione, cellulare e computer) rimarranno i mezzi di comunicazione e le tecnologie più importanti della nostra vita. Mentre oggi l’esperienza è frammentata tra più dispositivi e ambienti, in futuro i software Microsoft e quelli di altri operatori permetteranno di usufruire di esperienze di intrattenimento connesse e integrate. Di fatto, l’uso della televisione crescerà, anziché diminuire: sarà accessibile sempre e dappertutto, non sarà più dipendente dagli orari definiti nei palinsesti e giungerà agli utenti/telespettatori attraverso Internet.


Il Pc e il televisore così come li conosciamo sono destinati a evolversi in apparecchi multifunzione mentre la fruizione di Internet – il canale attraverso cui passerà tutta l’informazione, anche quella televisiva – sarà suddivisa su netbook, console per videogiochi, smartphone e solo in piccola parte su Pc e televisori tradizionali.


Nel rapporto Microsoft si spiega come addirittura per una fascia d’età, compresa tra i 18 e i 24 anni, il termine tivvù sia sinonimo di contenuti on demand. Un giovane su sette a oggi, rivela il dossier, non guarda il piccolo schermo, ma si serve di contenuti soltanto dal web. Di più, il 42% dei giovani adulti guarda regolarmente filmati televisivi, utilizzando la rete.


Dalla ricerca emergono poi notevoli differenze tra i Paesi europei. Il 48,5% degli europei dispone di una connessione Internet e nel 2008 sono già quasi 9 le ore settimanali trascorse sul web (+27% dal 2004). Un tempo maggiore rispetto a quello dedicato a leggere carta stampata, guardare film off line o giocare ai videogiochi. Inoltre c’è un maggiore utilizzo di internet e della banda larga (76%) al Nord rispetto all’Europa meridionale, che ha un indice di penetrazione pari al 45%.


Infine, la pubblicità. Anche lei cambierà di conseguenza. Il marketing dovrà ridefinire il proprio target per poter raggiungere un numero sempre più ampio di possibili consumatori (ovviamente on line). Recenti stime a livello globale prevedono che, mentre gli investimenti complessivi per la pubblicità tradizionale caleranno dello 0,2%, il settore internet nel 2009 continuerà a sperimentare una forte crescita (+9,5%). In pratica gli inserzionisti sposteranno gli investimenti sempre più verso la Rete per avere maggiore successo.


In tutto ciò, chi sperava quindi che il sorpasso di Internet sulla Tv significasse una trasformazione degli spettatori da fruitori di contenuti in soggetti attivi della comunicazione resterà forse un po’ deluso.


Alessandro Dattilo – Redazione Cultur-e
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