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Niente scuse

15/03/2007

La ricerca di Weber Shandwick sulle azioni che possono essere messe in atto in occasione di situazioni di crisi.

La ricerca "Safeguarding Reputation", recentemente pubblicata da Weber Shandwick, rileva che dei 950 imprenditori intervistati, rappresentativi dei più diversi settori, il 59% considera le scuse del CEO meno efficaci di altre strategie che possono essere messe in atto in occasione di situazioni di crisi o di eventi che minano la reputazione.
I rispondenti hanno indicato i seguenti provvedimenti quali i più efficaci per risanare la reputazione:

annunciare le iniziative specifiche che il CEO prenderà per risolvere il problema e creare un sistema di controllo immediato (76%)
stabilire procedure e policies che la società seguirà per dimostrare il proprio impegno di responsabilità sociale (73%)
richiedere la collaborazione dei consulenti legali per la divulgazione al pubblico (72%)
pubblicare regolarmente rapporti sull'andamento della vicenda (71%)
Questi risultati, in contrasto con la propensione dell'essere umano a scusarsi oggi per agire domani dovrebbe stimolare i professionisti della comunicazione a mettere a punto quanto prima il piano di gestione della crisi...
Sorry No More
Bad news for the apologists among us: The "Safeguarding Reputation" study released by Weber Shandwick last week revealed that, of the 950 global business leaders surveyed, a 59 percent majority see public apologies by CEOs as less effective than other strategies when it comes to crisis and tarnished reputations. Instead, respondents identified the following as the best steps to reputation recovery:

Announce specific actions the CEO will take to fix the problem and create an early warning system (76 percent)
Establish procedures and policies the company will follow to demonstrate its commitment to being a responsible citizen (73 percent)
Work closely with legal counsel on public disclosures (72 percent)
Issue regular public progress reports to address the problem (71 percent)
These findings, while in conflict with human nature's tendency to apologize now, act later, should serve as an impetus for PR professionals to start tweaking that crisis management plan ... again.
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