Non chiamiamolo content marketing
08/05/2014
Per funzionare sul web un contenuto non può essere fine a se stesso ma avere un obiettivo e una strategia chiari. Ma se da tempo Internet ha smesso di essere una tecnologia maperchè continuare a parlare di content marketing? Non sarebbe più corretto parlare di emotional marketing? La proposta di _Cristina Skarabot._
di Cristina Skarabot
Il content marketing è la “killer app” di Internet e oggi più che mai aziende e liberi professionisti scelgono di comunicare servizi e prodotti con le parole piuttosto che utilizzare la tradizionale (e certamente più costosa) pubblicità. Questo accade anche online in quanto il contenuto di qualità è più virale e convincente del più creativo annuncio su Google Adword.
Eppure anche gli ads sono contenuti, non credete? “Bill Gates”.http://www.forbes.com/fdc/welcome_mjx.shtml nel 1996, nel suo celebre saggio Content is King affermava che “those who succeed will propel the Internet forward as a marketplace of ideas, experiences, and products—a marketplace of content”.
Idee, esperienze e solo in terza posizione prodotti… eppure le idee non sono contenuti. Perché quindi continuare a chiamare questa attività Content Marketing e non piuttosto, come sarebbe più corretto, Emotional Marketing. Di questa idea è anche Derrick De Kerckhove, sociologo dell’Università Ferdinando II di Napoli, che afferma come oggi “Internet non è più solo tecnologia, ma funziona come una specie di limbo, trasmette emozioni.”
Per questo se chiedi a un professionista una semplice attività di content marketing, puoi stare certo che fallirai: le aziende devono diventare editori e questo implica nuove competenze e prospettive che vanno oltre la redazione del semplice contenuto.
Il primo passo: smetterla di pensare ai contenuti
Il contenuto (sito, blog, newsletter) deve avere un obiettivo e non essere fine a se stesso: incrementare la brand awareness, generare loyalty, accrescere le vendite. Chi si occupa di marketing deve disegnare strategie e definire gli obiettivi per poter misurare il successo delle azioni compiute. Una volta raggiunto l’obiettivo bisogna muoversi velocemente verso nuovi traguardi e strategie e il contenuto deve adeguarsi.
Alcune aziende sanno offrire contenuti che contengono consigli per le piccole aziende, altre invece creano contenuti semplicemente promozionali.
Il primo passo è smetterla di pensare ai contenuti e iniziare a pensare a cosa possiamo offrire al mondo, da azienda e da professionista. Non è ginnastica, ma un lavoro serio. Quindi smettiamola di chiamarlo content marketing e torniamo all’emozione, l’unica in grado di mantenere oggi l’attenzione del lettore digitale.