Rita Palumbo
È in dirittura di arrivo la norma UNI 11483 che qualifica la figura del Comunicatore professionale. Nella rubrica #MercatoLavoro, Rita Palumbo riporta l'approfondimento di Marco Cibien e Giacomo Riccio, che raccontano il processo che ha condotto alla definizione della norma.
È alle ultime fasi la finalizzazione della norma UNI 11483 che definisce le competenze e abilità che il Comunicatore Professionale deve utilizzare nell’esercizio delle sue funzioni nei vari ambiti operativi, per fornire al mercato le metriche necessarie a riconoscerne posizione e valore. Per spiegare con quale processo è stata costruita la Norma che si preannuncia innovativa, ospitiamo il contributo redatto dai funzionari UNI e pubblicato da UNI per accompagnare l'introduzione in Italia della qualificazione per le professioni non ordinistiche, al fine di tutelare tutti gli stakeholder di riferimento: i professionisti, le aziende e le istituzioni.
di Marco Cibien e Giacomo Riccio
Introduzione
L’evoluzione delle attività economiche e il conseguente adattamento alle innovazioni (non solamente tecnologiche) in termini di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità, dunque della competenza ragionevolmente richiesta per operare all’interno del mercato unico europeo, hanno portato alla necessità di individuare strumenti, a livello comunitario e nazionale, che permettano di sopperire alle discrepanze fra il mercato del lavoro ed i risultati dei molteplici percorsi di apprendimento formale, non formale e informale.
Tali strumenti terminologici e descrittivi rispondono all’esigenza di caratterizzare in modo univoco e inequivocabile le numerose attività professionali esistenti, o venutesi a creare negli ultimi anni, al fine di rispondere, ancor prima che alla problematica della qualificazione, al problema della riconoscibilità e spendibilità delle professioni e delle competenze ad esse collegate, al fine di tutelare tutti gli stakeholder interessati: i lavoratori, i consumatori, i datori di lavoro.
In linea con la pluralità delle iniziative europee esistenti, forte dell’esperienza maturata con l’elaborazione della Guida CEN 14:2010 (1), UNI, sin dall’aprile del 2011, ha istituito la Commissione Tecnica “Attività professionali non regolamentate”, con lo scopo di definire terminologia, principi, caratteristiche e requisiti relativi alla qualificazione di attività professionali non regolamentate (APNR). Tale commissione, sui generis per composizione e obiettivi [1], ha elaborato un insieme di strumenti e technicality a supporto delle attività normative di settore, denominato successivamente APNR Toolbox.
Tale “cassetta degli attrezzi”, aggiornata nel tempo per seguire le evoluzioni del contesto legislativo europeo e nazionale [2], costituisce l’oggetto di approfondimento del presente articolo, con focus specifico sul cosiddetto Schema APNR.
L’APNR Toolbox - panoramica
La citata cassetta degli attrezzi UNI per le APNR nasce inizialmente dall’esigenza di fornire ai Proponenti delle attività tecnico-normative di settore (prevalentemente associazioni professionali e loro forme aggregative, secondo l’Art. 3 della Legge 04/2013) un insieme di tool utili a traslare il dettato del Legislatore all’interno di un documento normativo UNI, nonché a comprendere e rendere quanto più trasparente il processo normativo stesso.
L’APNR Toolbox si compone di tre documenti fondamentali:
1. Schema APNR: documento cardine del Toolbox, l’inedito framework UNI per l’elaborazione dei documenti normativi di settore (comprese le Prassi di Riferimento, UNI/PdR). Un documento che ha assunto la valenza strategica di “meta-norma”, applicato da tutti gli organi tecnici del sistema UNI aventi in carico progetti normativi APNR, con l’obiettivo di assicurare uno sviluppo coerente e armonico dell’offerta tecnico-normativa di settore;
2. Scheda Pre-normativa: documento chiave per svolgere la fondamentale fase istruttoria preliminare, coinvolgendo il Proponente del progetto e tutti gli stakeholder potenzialmente interessati. Tale documento permette l’avvio della fase di Inchiesta Pubblica Preliminare (2), il cui completamento è condizione indispensabile per avviare la fase normativa vera e propria (ossia, lo sviluppo dello specifico documento normativo in sé, in conformità al framework specificato nel suddetto Schema APNR);
3. Schema di Flusso: documento che illustra sinteticamente l’iter normativo del progetto di norma: dalle prime interazioni con il Proponente, sino alla pubblicazione del documento.
La capillare applicazione e l’aggiornamento continuo del APNR Toolbox forniscono ulteriore testimonianza della volontà, da parte della governance di UNI, di considerare le attività in esame un’area di lavoro di primaria rilevanza, una vera e propria direttrice di sviluppo strategico e non solamente la mera conseguenza di un incarico, seppur esplicito, del Legislatore (3). Il Toolbox è inoltre espressione dell’applicazione pratica del principio del learning by doing declinato all’interno delle attività tecnico-normative dell’intero sistema UNI: una grande “palestra” avviata nel 2011, giunta con l’anno corrente a 10 anni di esperienza “in campo” e che ha visto coinvolte le istituzioni ed i major stakeholder di riferimento (4). In definitiva, si può affermare che l’APNR Toolbox di UNI assurge al ruolo di guidebook di settore, andando ben oltre l’intento primigenio di fornire un insieme di strumenti ai suddetti Proponenti, così come le esperienze europee CEN in materia, arrivando a porsi come potenziale modello di riferimento nell’ambito della normazione europea ed internazionale (5).
Lo Schema APNR - Il valore aggiunto
Come già espresso, lo Schema APNR di UNI rappresenta lo “strumento principe” del Toolbox, da cui si dipanano gli altri documenti a supporto. Tale documento ha assunto progressivamente il ruolo di framework di riferimento a cui tutti gli organi tecnici UNI devono obbligatoriamente conformarsi per l’elaborazione dei documenti normativi di settore, comprese le UNI/PdR, permettendo così l’adozione di uno background unico, standardizzato, condiviso con i major stakeholder e con i rappresentanti istituzionali, periodicamente aggiornato al quadro legislativo vigente. La grundnorm (6) o meta-norma originaria da cui si generano tutte i “prodotti della normazione” di settore.
Lo Schema APNR, rappresenta inoltre la declinazione a livello nazionale della già citata Guida CEN 14:2010, superando però il testo europeo, con significative e originali integrazioni7, nonché adattandolo al peculiare contesto legislativo nazionale. Lo Schema APNR, in linea con la guida CEN, adotta la terminologia ed i descrittori dell’EQf (European Qualifications Framework), aggiornando gli stessi all’ultima versione (2017) di quest’ultimo, raccordandosi altresì al Quadro Nazionale delle Qualifiche (QNQ) istituito con il Decreto Inter-ministeriale MIUR-mLPS del 8 gennaio 2018 e al Decreto Legislativo 13/2013, per quanto concerne il Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze.
Prima di prendere in esame l’evoluzione storica dello schema è opportuno ricordare quanto segue:
le norme APNR e le UNI/PdR di settore sviluppate in conformità allo schema (8), costituiscono la base tecnico-normativa per l’applicazione della Legge 04/2013, con specifico riferimento ai già menzionati Art. 6 e 9 della legge stessa;
il decennio di esperienza sul campo nell’ambito della normazione delle APNR ha fornito ad UNI e a gli stakeholder delle Commissioni Tecniche coinvolte un know-how unico in materia, rafforzatosi nel tempo, nella già citata logica di learning by doing, di norma in norma. Lo Schema, come del resto l’intero Toolbox, ha avuto infatti il vantaggio di poter essere aggiornato nel tempo, alla luce delle esperienze normative applicate, in una logica di circolarità che ha animato un processo virtuoso e autoalimentato. All’interno di questo processo i deliverable UNI di settore elaborati in conformità allo Schema sono diventati veri e propri laboratori/ luoghi di confronto normativi, utili a fornire feedback costruttivi nell’ottica del miglioramento continuo dello schema originario, premiando gli effetti spillover orizzontali (fra i diversi gruppi di lavoro) e verticali (dai gruppi di lavoro agli organi sovraordinati);
nell’ultimo biennio, in seno ad UNI è stata istituita la Cabina di Regia (CdR) sulle Professioni (9), organo consultivo ad hoc dell’Ente, che ha preso in eredità le attività strategiche della Commissione Tecnica UNI/CT 006 “Attività professionali non regolamentate”, fra cui l’aggiornamento dello stesso Schema APNR, concretizzatosi con la pubblicazione dell’ultima versione nel giugno del 2020.
Lo Schema APNR - La struttura
La struttura dello Schema APNR vigente (rev10) è schematizzata nella seguente figura:
Al netto dei primi 3 punti, sostanzialmente comuni a tutti i documenti normativi UNI, è opportuno evidenziare quanto segue:
Punto 3 (Termini e definizioni): il punto riporta un insieme di 9 termini e relative definizioni tratte dai riferimenti legislativi nazionali ed europei pertinenti. Agli estensori dei deliverable UNI è richiesto di integrare tale insieme con le definizioni della figura professionale oggetto di normazione (compresi eventuali livelli e profili specialistici) e con altri eventuali termini ritenuti indispensabili all’applicazione del documento stesso (per esempio, specifici della disciplina/settore di afferenza).
Punto 4 (Compiti e attività specifiche): è il “cuore pulsante” dello Schema, in quanto richiede una “scomposizioni analitica” dell’attività professionale, andando a identificare i “compiti” ad essa associati in termini “esiti attesi” (intended outcome). A ciascun compito possono essere associate ulteriori “attività specifiche” ai fini della massima comprensibilità del compito stesso nell’ottica della massima tutela del cliente/cittadino e tenendo conto dell’inevitabile trade-off tra massimo rigore formale e successiva identificazione dei descrittori EQF/QNQ associati.
Punto 5 (Conoscenze, abilità, autonomia e responsabilità associate all’attività professionale): una volta identificato l’insieme dei compiti è necessario correlare a ciascuno di essi i descrittori tecnico-professionali necessari al loro espletamento. In particolare, l’iter logico prevede di associare dapprima l’insieme di conoscenza e abilità e quindi, una volta giunti ad un’”architettura” stabile in termini di triadi compito-conoscenze-abilità (la cosiddetta “notazione TKS”: Tasks - Knowledges - Skills), di determinare il livello complessivo di autonomia e responsabilità. Si tratta evidentemente di processo iterativo, non banale, in cui è richiesta anche una certa dose di creatività.
Appendice A (normativa) Elementi per la valutazione della conformità: si tratta di un’appendice obbligatoria, fortemente voluta da Accredia al fine rendere il più possibile uniforme e trasparente lo sviluppo di schemi di certificazione a fronte dello specifico deliverable UNI. L’Appendice è chiaramente incentrata sulla certificazione di terza parte accreditata (ai sensi dell’Art. 9 della Legge 04/2013) (10), per la quale fornisce indicazioni in termini di elementi per l’accesso, mantenimento e rinnovo dell’esame di certificazione, nonché i metodi di valutazione applicabili.
Appendice B (informativa) Aspetti etici e deontologici applicabili: si tratta di un’appendice informativa, comune a tutti i futuri deliverable UNI, che fissa un originale impianto per la definizione di una “infrastruttura dell’integrità”, in coerenza con la leadership di UNI in materia di sviluppo del ragionamento etico-morale. I cinque elementi dell’infrastruttura sono illustrati in Figura 2. L’appendice fornisce un inquadramento per i primi 3 elementi (ossia, Carta di Integrità professionale, Carta Etica professionale e Carta Deontologica professionale), lasciando - ovviamente - appannaggio delle associazioni professionali la realizzazione dei Codici Etici e Deontologico.
La già citata ultima versione dello Schema APNR ha di fatto aperto la stagione delle norme di “terza generazione” ad essa conformi, un elenco destinato a crescere nei prossimi anni (11).
Conclusioni
L’APNR Toolbox, con particolare riferimento allo Schema APNR, costituisce un inedito insieme di strumenti e technicality che, seppur tipici del contesto legislativo e tecnico-normativo nazionale, presentano potenzialità di ben più ampia portata. Tale cassetta degli attrezzi rappresenta infatti un unicum nel panorama tecnico-normativo europeo e internazionale e, dunque, può aspirare a divenire parte integrante di un vero e proprio “modello UNI” (in materia professioni) da esportarsi all’estero, al fine di ispirare l’elaborazione delle future norme di settore ai livelli CEN ed ISo. Tale ambizione rappresenta altresì la proverbiale “chiusura del cerchio” di un processo decennale di knowledge building, che ha visto UNI e la realtà italiana in prima fila nell’ambito dell’innovazione tecnico-normativa associata alla qualificazione delle attività professionali. Un’ulteriore, concreta testimonianza del nostro mantra: Un Mondo fatto bene.