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Nuove regole sulle Big Tech dalla Ue in vigore entro la prossima primavera

#TaccuinoDigitale

09/05/2022

L'Unione Europea mira a dare il via all'applicazione del Digital Markets Act (DMA) nella primavera del 2023, facendo così slittare la scadenza prevista già entro ottobre. L’annuncio è stato dato dalla vice presidente esecutiva della Commissione Margrethe Vestager durante la conferenza International Competition Network (ICN). Il ritardo conferma la consapevolezza della Commissione della necessità di prepararsi a fronteggiare tutte le difficoltà che questa legge incontrerà di fronte al potere delle Big Tech.

"Il DMA entrerà in vigore la prossima primavera e ci stiamo preparando per l'applicazione non appena arriveranno le prime notifiche", ha dichiarato la Vestager durante il suo intervento all'ICN. Come riportato da TechCrunch, la Vestager suggerisce che la Commissione sarà pronta ad agire contro qualsiasi violazione commessa dai "gatekeeper" (categoria in cui rientrano i Big quali Meta, Apple, Google, Microsoft e Amazon) non appena le leggi entreranno in vigore.

Il DMA, infatti, che deve ancora essere approvato in via definitiva dal Consiglio e dal Parlamento europei, definisce gatekeeper le aziende che hanno una capitalizzazione di mercato superiore a 75 miliardi di euro (82 miliardi di dollari) e che possiedono una piattaforma o un'app sociale con almeno 45 milioni di utenti mensili. Queste entità possono incorrere in multe "fino al 10% del fatturato mondiale totale dell'anno finanziario precedente" se trovate in violazione delle regole della DMA, una cifra che potrebbe salire al 20% in caso di recidiva.

In base alla DMA, i gatekeeper avranno tre mesi di tempo per dichiarare il proprio status alla Commissione, seguiti da un periodo di attesa fino a due mesi per ricevere la conferma da parte dell'UE. Questo periodo di attesa, unito al ritardo nell'applicazione del DMA, potrebbe significare che non inizieremo ad assistere a vere e proprie battaglie tra l'UE e le Big Tech prima della fine del 2023.

Un confronto che si annuncia non facile come le dichiarazioni risolute della Vestager e il ritardo nell’approvazione rispetto alla precedente scadenza di ottobre fanno chiaramente trapelare. D’altra parte, come notato da TechCrunch, questo slittamento se fornisce alla Commissione più tempo per prepararsi d’altra parte la espone a critiche per i tempi più lunghi nell’applicazione della normativa  e quindi ai dubbi sulla effettiva capacità di contrastare le violazioni delle Big Tech garantendo che i mercati digitali rimangano aperti e competitivi in tempi rapidi.

 

 

 

 

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