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Ormai si intervista via mail

20/12/2005

Sorpassato il telefono, anche il faccia a faccia sta tramontando: ripercussioni e consigli su un altro modo di fare informazione.

Recentemente, un numero di scherzi via internet ha colto alcuni giornalisti con la guardia abbassata. Ecco uno sguardo su come usare l'e-mail o l'instant messenger nei servizi giornalistici evitando umilianti correzioni.
L'e-mail e l'instant messenger offrono grandi vantaggi ai giornalisti tra cui :

Fanno risparmiare tempo, senza la necessità di aspettare per ore una telefonata.
Le domande di un'intervista e-mail sono molto efficienti. Il giornalista può fornire un'introduzione completa, una lista di domande e, se la fonte collabora, avere indietro un file digitale con informazioni, citazioni, e altro materiale che renderanno semplice il taglia e incolla delle citazioni nell'articolo o l'immissione dell'intera trascrizione nel web.
Forniscono un record scritto circa la fonte, utile in caso di controversie.
Danno all'intervistato il tempo di riflettere prima di rispondere.
Possono essere utili per intervistare persone a diversi fusi orari di distanza o persone che non parlano bene la lingua dell'intervista ma sono in grado di scriverla.
Anche gli svantaggi, però, sono parecchi:

Il giornalista non sa chi risponde.
L'e-mail dell'intervistato può essere redatta con cura da qualche consulente di pubbliche relazioni.
L'e-mail limita il giornalista circa le domande spontanee o nel rilanciare su una risposta.
E' necessario essere molto specifici nel porre le domande perché l'intervistato non può intervenire immediatamente.
La fonte può inserire le trascrizioni complete online tanto quanto il giornalista e questo non va a beneficio dell'intervista.
Le interviste via e-mail non sono adatte per avere reazioni immediate e non filtrate. Non potendo vedere come risponde anche fisicamente una persona, non sentendola esitare o faticare per trovare le parole, non si riesce a entrare nel suo processo mentale ma solo raccogliere il prodotto finale.
Un'intervista online produrrà un certo numero di citazioni utili ma non sarà mai un'intervista rivelatrice.
Consigli:

Un'e-mail può giacere per sempre senza essere letta. Una volta inoltrata può essere girata a sconosciuti. Perciò è bene usare sempre un tono professionale.
E' necessario identificarsi come giornalista.
Applicare sempre lo stesso modo di pensare e lo stesso controllo dei fatti per tutte le fonti di informazione.
Verificare le fonti e le loro identità online: un indirizzo e-mail può essere facilmente falsificato.
Un recentissimo errore può essere un buon promemoria del punto finale. Il sito di Computerworld magazine ha pubblicato la storia secondo cui un gruppo islamico radicale era dietro il recente attacco del virus Slammer che ha bloccato internet. Il giorno seguente la storia è stata ritrattata alla notizia che un giornalista ne aveva ingannato un altro. Dan Verton aveva basato il suo articolo su intervista via e-mail con una persona che si era identificata come Abu Mujahid, membro di Harkat-ul-Mujahadeen di base in Pakistan. Ma Mujahid era in realtà  Brian McWilliams, 43 anni, giornalista free-lance di Durham (New Hampshire). McWilliams ha dichiarato di aver ingannato Verton per insegnare ai giornalisti ad "essere più scettici nei confronti di persone che si dichiarano coinvolte con il cyberterrorismo". Nel pezzo che ne è seguito Verton ha scritto " Mi sento come mai mi è capitato: è difficile mandarla giù. E' come se stessi qui a grattarmi le pulci per aver dormito con il cane."N.C.
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