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Palmisano: "Le multinazionali devono cambiare"

20/06/2006

"Globally integrated enterprises" ovvero il futuro globale delle multinazionali raccontato sul Financial Times da Sam Palmisano, presidente IBM.

Sam Palmisano, capo di IBM, ha invitato le multinazionali a evolversi in un nuovo tipo di società se vogliono evitare una violenta reazione anti-global che condurrebbe all'elezione di governi ostili agli interessi del big business. In un raro intervento pubblico, scritto per il Financial Times, il presidente del colosso informatico sostiene che le aziende multinazionali devono abbandonare il loro metodo quasi coloniale nelle operazioni fuori dai loro paesi d'origine. E cita come esempi di questo metodo vecchio-stile General Motors, Ford e le aziende che hanno costruito fabbriche in Europa e Asia ma hanno mantenuto i centri di ricerca e sviluppo negli Stati Uniti.Palmisano sostiene, invece, che avrebbero bisogno di muoversi verso un'integrazione completa e globale delle loro funzioni: solo in questo modo potrebbero arrestare il disagio arrecato dalla globalizzazione prima che si trasformi in un assalto al loro business con tutti i mezzi a disposizione. Il pericolo per le multinazionali che non cambino il loro modo di pensare è che i Paesi scelgano capi politici che impongano leggi sfavorevoli alle imprese o provino a limitare il libero scambio.
Il discorso di Palmisano arriva una settimana dopo aver annunciato un programma di grandi investimenti in India, che evidenzia l'ultimo sforzo della società di liberarsi della relativa struttura multinazionale. Il tentativo di IBM di diventare più globale mira a far riprendere il suo tasso di crescita sbloccando nuove fonti di crescita produttiva. L'anno scorso l'azienda ha revisionato le sue funzioni europee a livello dei vari paesi e gli executive sostengono che muovere verso un metodo globale dell'amministrazione potrebbe produrre un miglioramento di rendimento del 3% annuale.
Palmisano conclude sostenendo che le aziende multinazionali tradizionali sono state destinate a occuparsi "di protezionismo e nazionalismo" nel ventesimo secolo. Una azienda moderna, invece, è un "impresa globalmente integrata", che allarga le sue strategie, capienza di produzione ed amministrazione intorno al mondo per essere vicina ai mercati ed ai clienti.
"L'impresa globalmente integrata è migliore, è il modo più vantaggioso di organizzare le attività economiche e può portare benefici economici enormi sia ai paesi sviluppati che a quelli in via di sviluppo".
N.C. 
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