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Pubblica amministrazione: 2000 sindaci e un segno di speranza

02/09/2011

La recente marcia milanese dei sindaci contro la finanziaria non è soltanto una manifestazione politica: è il segnale che i comuni stanno comprendendo il loro ruolo di tramite tra la PA e i suoi principali stakeholder, i cittadini. E’ questa l’ottica in cui numerose amministrazioni hanno scelto di sottoporre i propri bilanci alla valutazione dell’Oscar di Bilancio PA 2011, come evidenzia _Andrea Carobene._

di Andrea Carobene
Duemila sindaci che marciano a Milano contro la manovra finanziaria costituiscono un avvenimento, soprattutto quando a sfilare sotto lo striscione che apre il corteo sono i primi cittadini di ogni colore politico. La nuova manovra finanziaria colpisce infatti gli enti locali e uno degli argomenti sui quali si è più dibattuto durante questo difficile agosto è stata l’utilità dei diversi livelli di governo intermedi.
Abolire o meno le province? Accorpare o meno i comuni sotto i 1000 abitanti? Sono alcuni degli interrogativi rimasti, accanto a quelli sui tagli dei trasferimenti, al centro del dibattito politico.
I duemila sindaci di Milano hanno sfilato proclamando con orgoglio l’utilità delle amministrazioni civiche, sottolineando come questo livello di governo sia fondamentale per avvicinare l’amministrazione pubblica ai cittadini.
L’esperienza dell’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione conferma questa convinzione. Oggi, in tutta Italia, vi sono centinaia di amministrazioni pubbliche realmente impegnate per il bene comune: giunte che si sforzano di amministrare con competenza e correttezza le scarse risorse a disposizione e che si sentono moralmente obbligate a rendere conto con precisione e puntualità del proprio operato.
Numerose amministrazioni hanno così scelto di sottoporre i loro bilanci al giudizio delle Commissioni di Segnalazioni e della Giuria dell’Oscar, presieduta dal Professor Piero Giarda. Comuni e province hanno infatti risposto in maniera significativa all’appello dell’Oscar, dimostrando in questo modo la loro vocazione di enti interessati al rapporto con stakeholder a partire da quelli più importanti, ossia i cittadini. E’ interessante sottolineare che sono state molte le province che hanno sottoposto i loro bilanci al giudizio degli esperti delle commissioni di segnalazione e della Giuria. Proprio quegli enti dei quali si è decisa in questi giorni la soppressione hanno così dimostrato di avere le carte in regola per un confronto aperto e leale sul proprio modo di operare.
Pensiamo che la partecipazione dei comuni – anche di quelli più piccoli – e delle province all’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione costituisca un importante segno di speranza per il nostro Paese in un momento difficile, se non drammatico, dell’economia italiana.
Questi enti indicano infatti la strada migliore per il progresso del nostro Paese: una strada basata sull’etica, sulla trasparenza e sulla rendicontazione puntuale.
La manifestazione dei duemila sindaci forse recava anche questo messaggio: sosteniamo i comuni virtuosi, una delle istituzioni più vicine ai cittadini. Un messaggio che ha trovato la sua concretizzazione nell’esperienza dell’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione 2011.
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