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Quali prospettive per i migranti?

28/02/2006

Enzo Napolitano analizza i programmi elettorali di Unione e CdL

QUALI PROSPETTIVE PER I MIGRANTI?
di Enzo Mario Napolitano
Un programma elettorale è una promessa di benefici per categorie di persone individuate in essa.È una promessa di qualità sociale e politica che deve essere mantenuta.Ma soprattutto, deve essere studiata con attenzione dai destinatari (al pari di un contratto assicurativo) per evitare brutte sorprese.
Nuovi Italiani?(Per il bene dell'Italia. Programma di Governo 2006-2011, L'Unione, 11.02.06) 
Iniziamo con l'analizzare, in ottica di marketing, il programma dell'Unione, il primo disponibile in quanto presentato sabato 11 febbraio 2006, laddove affronta il tema immigrazione.Il programma dell'Unione, nel capitolo intitolato "Migranti e nuovi italiani ", individua i destinatari dell'offerta ma entra subito in contraddizione utilizzando alternativamente,e congiuntamente, parole-contro e parole politicamente corrette.Infatti nel testo ricorrono 2 "straniero", 21 "stranieri", 2 "extracomunitari" e 2 "diversità " contro 3 "migrante", 13 "migranti", 1 "nuovi italiani", 1 "nuovi cittadini" e 2 "identità ". Sono presenti anche 3 "immigrato" e 17 "immigrati".Nonostante il titolo del capitolo, politicamente corretto, il linguaggio discriminatorio prevale, anche se di poco, su quello buonista.È evidente l'approccio comunitario e non individuale: il target su cui lavorare viene percepito come collettivo.In più a pagina 255 si legge (errore imperdonabile per uno staff sicuramente dotato di fior di sociologi), che l'Unione vuole sostenere "l'intermediazione culturale"; termine di vago sapore mercantile che non può certamente sostituire quelli più corretti, anche se a loro volta discussi, di "mediazione culturale" o "mediazione interculturale".Nel programma risultano assolutamente assenti anche i termini-tabù "islam", "musulmano" o "musulmani".
Per contro, la proposta politica è dotata di una chiara vision:

(pagina 249) "Per costruire una nuova società europea e migliorare la nostra stessa democrazia dovremo accettare l'idea di un'identità in divenire" 
 e riconosce l'immigrazione come valore e opportunità laddove dichiara:

(pagina 249) Vogliamo partire da questi tre milioni di stranieri, una risorsa preziosa che fa già parte del nostro Paese. I dati parlano di persone pronte ad assecondare le esigenze del mercato del lavoro, spostandosi sul territorio tre volte più spesso dei nostri connazionali; impegnate a svolgere funzioni per le quali gli italiani non sono più disponibili: nella collaborazione familiare, nei servizi di pulizia, in agricoltura, nell'edilizia; vivaci e attive nel lavoro autonomo ma ancora poco presenti in quelle attività qualificate, adeguate al livello di istruzione di molti, per le quali gli italiani non sono sufficienti. Persone che crescono, e si formano, nelle scuole italiane: sono 400 mila i minori iscritti alle scuole dell'obbligo.
(pagina 254) Gli immigrati giocano un ruolo attivo e importante nel mercato del lavoro: nel 2002 le loro retribuzioni hanno raggiunto i 10 miliardi di euro, con grande beneficio per l'INPS; hanno investito in immobili 10 miliardi di euro, hanno contratto mutui per 5 miliardi. Non possiamo chiuderci, dobbiamo al contrario stabilizzare e includere.
(pagina 255) Dobbiamo inoltre riconoscere valore alla risorsa costituita dagli stranieri e dai loro figli, molti dei quali nati nel nostro Paese, che considerano l'Italia la loro terra. Quasi un decimo delle nascite totali in Italia riguarda figli di immigrati, quasi mezzo milione sono i minori immigrati con  genitori, nelle scuole gli studenti stranieri costituiscono il 4 per cento della popolazione studentesca.
Il programma formula inoltre chiare promesse:

(pagina 227). "Vogliamo investire sui giovani migranti, sulle loro intelligenze e su un incontro di culture che parte dai giovani. Una scuola che includa, integri ed accompagni in tutti i livelli dell'istruzione le ragazze e i ragazzi stranieri e che garantisca l'apprendimento della lingua italiana curando che non si perdano le lingue e culture originarie è un investimento strategico sull'immigrazione. Porremo il dialogo interculturale ed interreligioso come obiettivo fondamentale del sistema dell'istruzione."
(pagina 251) Bisogna: (...) - riconoscere pienamente i diritti pensionistici dei migranti, garantendo l'effettiva erogazione agli immigrati e ai familiari superstiti della pensione, se maturata, o in caso contrario la totalizzazione dei contributi o il rimborso di quanto versato; 
e individua alcune strategie per realizzare tali promesse:

(pagina 250) È tempo di far prevalere una visione realistica della condizione migratoria, seguendo un percorso di stabilizzazione ed inclusione giuridica, trasferendo il più possibile agli enti locali le competenze amministrative successive al primo ingresso, ed eliminando le restrizioni assurdamente imposte all'immigrazione di alto livello nelle nostre università e centri di ricerca.
(pagina 252) Possiamo aumentare la flessibilità di questa programmazione tramite:

lo scorporo dalla programmazione triennale di alcune categorie di lavoratori: collaboratori domestici e di cura, per le quali si può ipotizzare un canale continuativo d'ingresso su domanda; lavoratori stagionali, per i quali può essere ampliata la possibilità di permessi di soggiorno pluriennali;
una politica attiva di attrazione di studenti immigrati e professionalità specifiche di alta qualificazione, grazie a pacchetti di sostegno che non si limitino alla concessione del permesso di soggiorno.
(pagina 254) Vogliamo "includere sul lavoro":

attuando la Convenzione OIL n.143 del 1975, che prescrive parità di trattamento e piena parità di diritti per i lavoratori extracomunitari regolari;
introducendo meccanismi affinché ai cittadini migranti vengano riconosciuti titoli di studio e qualifiche professionali acquisiti nei paesi di provenienza e/o di transito;
prevedendo meccanismi di regolarizzazione per emersione da lavoro nero;
introducendo robuste politiche antidiscriminatorie sul mercato del lavoro;
disciplinando e sostenendo il lavoro autonomo.

Includere nella sfera personale:

semplificando i ricongiungimenti familiari;
adottando una legge sulla libertà religiosa e di culto;
sostenendo l'intermediazione culturale;
sviluppando iniziative per l'apprendimento della lingua  e della italiana e dell'educazione civica da parte degli adulti;
introducendo forme di assistenza e difesa civica;
rafforzando la cooperazione con le associazioni degli stranieri.
(pagina 255) Dobbiamo investire sull'integrazione scolastica dei bambini stranieri, impedendo che si creino segregazioni all'interno della scuola. Dobbiamo anche promuovere il diritto allo studio a livello universitario per le seconde generazioni.
(pagina 255) Riteniamo che le politiche per gli immigrati debbano essere rese coerenti con l'intero quadro del welfare state: le politiche abitative e di contrasto al mercato nero degli affitti, di assistenza socio-sanitaria, di incentivo all'occupazione, previdenziali, non devono discriminare né creare "ghetti".
Non vengono però precisati i tempi di realizzazione delle singole promesse (che pertanto devono essere interpretate come da realizzare nell'arco del quinquennio), le modalità e i canali di relazione con il "target" (nessun accenno ai media etnici o multiculturali) o le eventuali azioni di sostegno delle strategie dichiarate (le affirmative action da decenni diffuse negli Usa).
In definitiva, il programma di governo dell'Unione è portatore di un'offerta sicuramente welcome ma prudente e dedicata alle comunità e non ai singoli migranti.
Comunità (al contempo pubblici e target) di cui si riconosce il valore e la potenzialità sociale economica.
Un programma che per contro si limita a vaghi accenni al dialogo interreligioso, senza mai pronunciare la parola tabù "islam", denunciando così una mancanza di strategia interreligiosa oppure di consenso diffuso e prevalente all'interno di una coalizione che presenta, e rappresenta, posizioni molto variegate ma in prevalenza caratterizzate dal timore e dall'incertezza nei confronti delle comunità musulmane presenti in Italia.
 
Identità, Identità, Identità!  Sicurezza, Sicurezza, Sicurezza!(Programma elettorale 2006 Elezioni della Camera dei Deputati del 9-10 aprile 2006, Casa delle Libertà, 24.02.06)
Il programma della Casa delle Libertà, reso pubblico due settimane dopo quello del competitore,  non individua i migranti quali destinatari di una specifica offerta.Anzi non li nomina in alcun modo.Infatti, mai ricorrono nel testo i termini "straniero","stranieri", "extracomunitari", "extracomunitario", "migrante", "migranti", "nuovi italiani", "nuovi cittadini", "immigrato" o "immigrati".Così come non vengono citati i termini" islam", "religione" o "diversità".Ricorrono invece tutti i termini che richiamano indirettamente o direttamente l'immigrazione come minaccia alla sicurezza, all'identità, ai valori occidentali, ai valori religiosi o alla salute: sei volte "sicurezza" e "identità", tre volte "terrorismo", due volte " globalizzazione" e "immigrazione", una volta " popolazione immigrate" e " fondamentalismo".
Immigrati come non-persone, non-cittadini, privi di valore, portatori di minacce, corpi estranei a cui dedicare prevenzione sanitaria e di polizia.Nemmeno degni di diventare i destinatari di un'esplicita strategia assimilazionista.
Il programma della Casa delle Libertà è l'inno alla monocultura dominante fondata sulle radici giudaico cristiane dell'Europa e su un nuovo valore inventato per l'occasione e complementare alla libertà: la sicurezza della nostra identità.
In definitiva la CdL propone la visione di una comunità monoculturale che nega il diritto alle identità altre.

(pagine 8 e 9) 4. I VALORI OLTRE LA CRISI DEI VALORI: LIBERTA', IDENTITA', SICUREZZANel 2000 la Casa delle Libertà è nata dalla libertà, nella libertà e per la libertà. E' proprio questa la ragione del suo nome. La politica internazionale del Governo si è mossa, appunto, dal valore della libertà, e dal fondamentale rapporto tra pace e libertà. E' un valore che abbiamo difeso e promosso, e che riteniamo faccia parte delle aspirazioni e delle possibilità di tutti i popoli. In un mondo sfidato dal terrorismo e attraversato dal rischio dello scontro tra le civiltà, noi poniamo la costruzione della pace e il dialogo tra i popoli come fondamentale dovere della nostra politica internazionale. A questo dovere sono ancorate le nostre alleanze e relazioni, le nostre missioni all'estero e più in generale la linea di condotta del nostro Paese sullo scacchiere mondiale. In questo contesto resta cruciale la scelta europeista e atlantica. La costruzione di un'Europa dei popoli più unita, ispirata all'originale principio di sussidiarietà e con caratteristiche più federali costituisce un punto fermo della nostra comune agenda del Governo. Nel 2006 alla libertà si deve ora aggiungere un altro valore, complementare alla libertà: la sicurezza della nostra identità.  Questo può sembrare un punto difficile da spiegare, ma è un punto essenziale, perché non c'è un futuro di libertà, se si perde l'identità. E' su questo confine, tra passato, presente e futuro, che si staglia la differenza tra due visioni della vita e del mondo. Proprio per questo, dobbiamo aprire al nuovo senza rinunciare a noi stessi rafforzando insieme le nostre tradizioni, la nostra identità, la nostra libertà. Perché solo conservando i valori oltre la crisi dei valori, si conserva l'identità e si vive la libertà. In questa strategia lo Stato nazionale e federale, somma dei nostri valori comuni e sede del nostro comune destino, ha un ruolo fondamentale. Un ruolo sussidiario e riequilibratore tra passato e futuro, tra interno ed esterno. Un ruolo a difesa delle radici giudaico cristiane dell'Europa e a contrasto di ogni fondamentalismo. Questo è il cuore del nostro programma. Questo è il centro strategico del nostro disegno tanto sul lato politico quanto sul lato economico, tanto in Italia quanto in Europa: la difesa dei valori religiosi e dei principi morali, la difesa della famiglia e delle nostre radici, l'impegno a rispettare la nostra civiltà da parte di chi entra, la difesa delle nostre fabbriche, del nostro lavoro e la valorizzazione del nostro ambiente.
(Pagina 17)PUNTO N. 7: SANITA'5. Misure di prevenzione per le popolazioni giovanili e quelle immigrate.(Pagina 21) PUNTO N. 10: GIUSTIZIA E SICUREZZA TERRITORIALE3. Rafforzamento del contrasto all'immigrazione clandestina e ingresso dei lavoratori nel Paese nei limiti stabiliti dalle quote, con precedenza ai Paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti.
I migranti, dopo aver letto il programma della Casa delle Libertà, si potrebbero chiedere dove sono finiti i buoni propositi espressi da Gianfranco Fini nel 2003 sul diritto di voto agli immigrati.Ce lo chiediamo anche noi. 
Enzo Mario NapolitanoEtnica, la scuola per l'economia interculturalewww.etnica.biz  scuola@etnica.biz
Scarica qui l'appendice all'articolo (estratto del Programma di Governo 2006-2011)
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