Quando il silenzio interrompe la comunicazione: il suicidio di David Rossi
07/03/2013
Affrontare una situazione di crisi non è mai semplice e, talvolta, può arrivare a toccare anche la vita privata di chi se ne occupa. La notizia della morte di David Rossi ha colpito da vicino i professionisti della comunicazione. Ma anche da una tragedia come questa si possono cercare di trarre alcuni spunti. La riflessione di _Patrick Trancu._
di Patrick Trancu
Ieri sera (N.d.R. 6 marzo 2013) alle 22 mi è giunta una notifica sul cellulare: David Rossi, direttore comunicazione del Monte dei Paschi di Siena si era tolto la vita. Mi si è gelato il sangue. Ho pensato alla sua famiglia. Ho pensato alla nostra professione.
Quando alcuni mesi fa scoppiò il caso Monte dei Paschi mi interrogai ancora una volta sul nostro ruolo di professionisti della comunicazione. Messi sotto inchiesta sia l’ex direttore generale MPS Antonio Vigni sia il responsabile dell’area legale per “false comunicazioni agli organismi di vigilanza”, suggerii ad alcuni colleghi che il prossimo nella lista non avrebbe potuto che essere il responsabile comunicazione, e perché no anche l’agenzia di Rp qualora ne avessero utilizzata una. Ero stato anche tentato di scrivere un post proprio su questo argomento ma avevo poi desistito. Ecco perchè la notizia di ieri sera è stata ancora più scioccante.
Nessuno saprà mai quali sono i veri motivi che hanno spinto David a compiere un gesto così estremo.
I drammatici eventi di Rocca Salimbeni ci impongono tuttavia qualche sintetica riflessione, perchè dalle tragedie bisogna sempre poter trarre qualche insegnamento.
Burattini o burattinai?
Per anni ci siamo tutti crogiolati nell’idea che finalmente la “comunicazione” fosse stata accettata dal management come “leva strategica” dell’impresa. Abbiamo pensato che il professionista della comunicazione avesse finalmente acquisito il suo giusto “status”: rispettato, ascoltato e perché no, anche consultato dal top management. Oggi dobbiamo invece seriamente chiederci se quello che è prevalso non è il peggiore dei modelli di comunicazione ovvero quello che vede nello “spinning” ovvero nella “manipolazione” dell’informazione la sua finalità. Siamo quindi tutti ignari burattini al servizio del burattinaio di turno? O peggio siamo protagonisti attivi e consapevoli della manipolazione delle informazioni?
Il crisis management è una questione di cultura
Dalle pagine di questo blog ho più volte sottolineato che il crisis management non si improvvisa e che un efficace gestione di crisi dipende in gran parte dalla “cultura d’impresa”. Monte dei Paschi di Siena è stato travolto da uno tsunani di proporzioni storiche. Ma chi si è preoccupato della gestione di crisi? Che cosa ha fatto il nuovo top management per gestire al meglio questa difficile situazione al di là di averla portato allo scoperto? E’ stata costituita un’unità di crisi con il pieno coinvolgimento del top management? Sono stati chiamati dei professionisti a supporto?
Uno degli elementi più complessi da gestire in una situazione di crisi è la dimensione psicologica. In una determinata situazione nessun individuo reagisce allo stesso modo. A volte, persone che nella quotidianità sembrano fragili, in situazioni di difficoltà danno il meglio di loro stessi. A volte viceversa. Vi è comunque sempre bisogno di un gruppo coeso e affiatato e di una chiara leadership.
Mi sembra che David Rossi, stimato professionista, sia stato lasciato solo. Solo a gestire una paurosa onda mediatica le cui proporzioni sono probabilmente comprensibili solo a chi si occupa di comunicazione. Solo a gestire le perquisizioni della Guardia di Finanza nel suo ufficio e presso la sua abitazione. Tutto questo in un momento drammatico della sua vita come lo è la perdita di un padre.
Se David Rossi non fosse stato lasciato solo, se qualcuno avesse avuto il buon senso di allontanarlo concedendogli un periodo sabbatico, lui così legato al precedente management, forse e dico forse, non saremmo qui a meditare – da professionisti della comunicazione – su quanto è accaduto.
Oggi non resta purtroppo che rivolgere alla moglie e ai due figli un affettuoso quanto triste pensiero.
Fonte: Sitting Duck
Il cordoglio di Ferpi.