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Quello che gli iracheni vogliono

04/09/2006

Un sondaggio dettagliato rivela i risvolti meno noti della percezione comune da parte dell'opinione pubblica irachena.

Un'indagine ricca di particolari rivela i risvolti meno noti della percezione comune da parte dell'opinione pubblica irachena. Il leit motiv è un forte senso di insicurezza che riguarda, anche se in misura indifferente, tutte e tre le maggiori etnie. Al desiderio autentico di esportare la democrazia non ci credono in  molti e un rigoglioso 76 per cento crede anzi che le truppe Usa continuino a stare nei loro territori per motivi legati al petrolio. Il 91,7 per cento si oppone all'invasione americana contro al 74 per cento registrato nel 2004. E l'immagine dell'America è in caduta vertiginosa.
Il sondaggio è interessante in particolare perché rivela il tasso di disapprovazione a seconda delle etnie. In tutti i casi i sentimenti di intolleranza nei confronti della presenza degli americani sono aumentati. Tra i sunniti la volontà di opposizione è passata dal 94,5 per cento al 97,9 per cento, tra gli Shia dal 81,2 per cento al 94,6 per cento e tra i curdi dal 19,6 per cento al 63,3 per cento. Eppure si tenga conto che, specialmente le ultime due popolazioni, hanno subito persecuzioni inenarrabili da parte di Saddam. Si conclude dicendo: se ci sono delle ragioni per cui le truppe americane debbano continuare a rimanere in Iraq, queste non sono certo legate alla volontà degli iracheni. E' pur vero che nei sondaggi i risultati possono essere ribaltati e la domanda è in grado di influenzare la risposta. A fronte di una simile indagine realizzata lo scorso marzo, il 70 per cento degli iracheni ammetteva per esempio di vivere meglio senza Saddam. Ma quel 51 per cento che da subito era contrario all'invasione americana è lievitato in maniera galoppante.Emanuela Di Pasqua - Totem
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