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Responsabilità sociale: limitate le bollicine nelle scuole
23/08/2005
L'industria dei soft drink cerca di dimostrarsi socialmente responsabile. Tra qualche perplessità.
Ancora sotto accusa le bevande gassate, tra le potenziali cause del crescente aumento dell'obesità nei giovanissimi. Tra i canali principali di distribuzione c'è ovviamente la scuola e l'associazione dell'industria dei soft drink (ABA) decide di cominciare proprio tra i banchi di scuola a dimostrare la propria volontà di far fronte a un'obesità crescente tra i ragazzi.
L'ABA si doterà infatti di un codice di autoregolamentazione che prevede che nelle scuole vengano vendute solo acqua e succhi di frutta. Per le bibite con le bollicine (e un alto contenuto calorico) la vendita sarà limitata alle scuole superiori. L'iniziativa rientra in una strategia globale di rilancio della cosiddetta "beverage industry". Il promotore è Mr. Neely, ideatore di molte pubblicità celebri e curatore dell'attuale campagna di relazioni pubbliche tesa a dimostrare che una cospicua parte dei guadagni del settore proviene da bevande salutari.
La strategia dell'ABA è però tardiva e lascia i critici con più di un dubbio: gli interessi in gioco sono troppi e la presenza tra le file dell'ABA di alcuni colossi delle bollicine è ingombrante. Ne parla il Wall Street Journal, rendendo noto però che proprio dai più discussi produttori di bollicine provengono le buone azioni. Coca Cola (tanto per dirne una) dichiara di aver pianificato le sue vendite per l'anno scolastico 2005/2006 alle scuole elementari: solo acqua e succhi di frutta e facilitazioni a chi applicherà immediatamente la nuova policy.
Emanuela Di Pasqua-Totem