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Riconoscimento delle professioni: quali prospettive?

03/04/2006

Il nostro socio Massimo Alesii lo ha chiesto all'On. Pier Lugi Mantini, a seguito del convegno dedicato alla riforma delle professioni tenutosi a Roma lo scorso 27 marzo.

Il 27 marzo scorso a Roma, nella sede del CNEL, si è tenuto un interessante convegno sul tema La Riforma delle Professioni per la qualità dei servizi e delloccupazione promosso da CGIL, CISL e UIL.I tre sindacati nel documento congiunto hanno chiesto un quadro normativo nazionale, in raccordo con lUnione europea, che dovrà definire lassetto istituzionale del sistema professionale basandosi sulla semplificazione delle regole, sulla flessibilità regolata delle forme di svolgimento dellattività professionale, sulla trasparenza dei poteri, delle regole, delle responsabilità. In prima linea anche il principio della separazione fra le funzioni di normazione, formazione, accreditamento e di certificazione per assicurare trasparenza ai ruoli e alle responsabilità.Al centro del sistema di regolazione sarà posta lattività professionale, i vincoli saranno proporzionati allobiettivo, le regole potrebbero essere diversificate in base alle diverse utenze. Nuove regole anche per la rappresentanza dei professionisti, sia autonomi, sia dipendenti, accanto a un forte ruolo per le Autorità indipendenti sia per la vigilanza sulle regole dei mercati professionali, sia per la tutela dei diritti del consumatore. Nel quadro degli interventi auspicati dai sindacati gli ordini professionali devono essere ricondotti alla loro impostazione originaria affidando loro le funzioni di tenuta degli albi, la verifica e laggiornamento della formazione professionale e il rispetto del Codice deontologico. Funzioni come la rappresentanza professionale della categoria dovranno, invece, essere affidate ad associazioni private liberamente costituite dagli iscritti agli albi. La definizione degli standard di qualità delle prestazioni spetterà alle autorità pubbliche competenti nel confronto con le parti sociali e i rappresentanti degli utenti. Dovrà anche essere rafforzata la formazione permanente.Fra i relatori presenti abbiamo raccolto il commento dellOn. Prof. Luigi Mantini, Parlamentare, avvocato, professore di diritto amministrativo e responsabile della Sezione Scienze Giuridiche nel Politecnico di Milano, giornalista-pubblicista e direttore di varie collane scientifiche. Mantini, che vive e lavora a Milano è stato membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e dell'Ufficio di Presidenza della Giunta per le autorizzazioni nonché del Direttivo della Margherita D.L. - L'Ulivo. Tra i promotori di Democrazia è Libertà - La Margherita, attualmente è Responsabile Nazionale per le Professioni dellUlivo e della Margherita.
Onorevole Mantini, Ferpi segue con molta attenzione la riforma delle professioni ed  particolare il riconoscimento giuridico delle professioni non regolamentate alla luce del Quadro Europeo delle Qualifiche, finalizzato a favorire la mobilità e il riconoscimento reciproco delle figure professionali nazionali e settoriali, favorendo in tal modo lapprendimento permanente.
Conosco la FERPI e ne sono lieto. E necessario in Italia colmare un ritardo ormai storico e insopportabile nella modernizzazione delle professioni. La nostra proposta di riforma si basa su punti ormai chiari, maturi e confermati sia nelle proposte di legge che nel programma dellUnione di Romano Prodi.Al  primo punto metterei la visione di un mondo duale delle professioni basato su Ordini riformati e riconoscimento delle Associazioni delle nuove professioni. Nella proposta di legge di cui sono primo firmatario in questa legislatura si introduceva la figura di unAgenzia Unica che riconoscesse le Associazioni professionali secondo la loro organizzazione democratica, gli standard deontologici e la capacità di certificare la qualità del percorso formativo degli associati attraverso il rilascio dellattestato di competenza sulla base della Direttiva Europea 91/92.Secondo punto è la crescita delle società professionali ed interprofessionali assolutamente necessaria per competere a livello internazionale, attraverso una presenza limitata in alcune categorie sociali delleventuale socio terzo di capitale.Un punto molto importante è poi quello dello spazio riservato i giovani, razionalizzando i tirocini, riformando lesame di stato che deve essere solo una verifica delleffettività dl tirocinio, e introducendo lequo compenso.Un altro aspetto importante è senzaltro quello del welfare dei professionisti nel rispetto dellautonomia delle casse previdenziali ma anche prevedendo indennità di maternità etc.In generale insomma noi siamo convinti che gli Ordini debbano essere modernizzati sotto vari aspetti e che debbano essere affidati ad essi solo gli aspetti di tenuta dellalbo e di formazione professionale (Life long learning) e di controllo etico di standard deontologici. Occorre introdurre adeguata pubblicità informativa, obblighi di tutela a favore di clienti ed altre cose ancora.
Una riforma di principi o qualcosa di più nel prossimo futuro?
Siamo convinti che non basti solo la riforma dei principi ma occorrono anche nuove politiche per le professioni. Per esempio portare avanti riforme e politiche attraverso il metodo della concertazione e da questo punto di vista auspichiamo la nascita di una sorta di Forum Permanente delle Professioni che superi gli approcci corporativi e tenga insieme i mondi dei knowledge workers che sono un soggetto maturo per contribuire alle grandi scelte politico-economiche dellItalia.
In quali tempi ritiene che questa riforma sarà applicata in Italia?
Il 20 Marzo se ne è parlato con Romano Prodi alla Fabbrica del programma, dove abbiamo riunito 100 presidenti fra Ordini e Associazioni Professionali dItalia... E una riforma matura, urgente, non costosa e quindi fondamentale per dare una spinta verso una maggiore equità.... Noi dobbiamo recepire entro lottobre 2007 la direttiva 36/2005 della UE in materia di circolazione e questa direttiva prevede che sia gli Ordini che le Associazioni Professionali, ai diversi livelli di accesso, ri-tarino le qualifiche. E questa già una dead line chiara...Riteniamo si debba recepire la Direttiva e promuovere la riforma già nel 2006 perché la consideriamo urgente e matura. Le condizioni sembrano esserci tutte, e se il centro-sinistra sarà al governo riteniamo di anticipare pezzi coerenti di riforma, e in particolare in questo senso pensiamo allanticipazione del riconoscimento delle nuove professioni che potrebbe essere un primo capitolo della riforma.
Massimo Alesii FERPIPer un approfondimento relativo all'incontro romano dello scorso 27 marzo, scarica qui l'articolo uscito su Il Sole 24 Ore online il 28/03/06.
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