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Rivoluzione Arancione: patrimonio di pochi?
09/08/2005
Il copyright sui simboli della Rivoluzione Arancione ucraina è in mano al figlio di Yushenko, Andrei. E per la seconda volta l'impeto sincero di quei giorni viene messo in discussione.
Chi ha supportato il presidente verso la vittoria è infuriato: i mass media riportano che il giovane Andrei avrebbe incassato introiti dalla vendita di diritti d'utilizzo. E il team vicino al partito chiede di partecipare agli utili derivanti dalle memorabilia della Rivoluzione. Avvelenato con la diossina, contrastato da Yanukovich e da Leonid Kuchma, Yushchenko è riuscito comunque a farsi incoronare capo dello Stato. La rivoluzione Arancione ha vinto con lui e per l'Ucraina ha significato una cesura storica, liberandosi una volta per tutte dall'egida di Mosca.
Ora quelle pagine vittoriose ed esaltanti della storia ucraina rischiano di essere offuscate per sempre da una triste vicenda di soldi e avidità. Tutto parte da una bella macchina, uno stile di vita troppo alto e una serie di gadget sospetti che il diciannovenne figlio di Yushchenko ha sfoggiato ultimamente. I media, incuriositi, sono andati a rovistare nel portafoglio del premier ucraino, per scoprire che la Rivoluzione Arancione non è stata così spontanea come la si immaginava e che tutti i suoi simboli stanno diventando semplice merce di scambio per arricchire qualcuno.
Nel caso specifico si parla di Andrei che, non si sa bene come e a che titolo, è finito con l'essere proprietario dei diritti su slogan, bandiere e simboli di quello che sembrava un movimento di piazza. Si tratta della seconda notizia che inquina l'afflato genuino della sollevazione popolare. Infatti qualche mese fa l'agenzia russa Ria Navosti pubblicava un articolo intitolato "Come gli americani hanno creato la rivoluzione arancione", suggerendo che dietro la rivolta ci sia stata un'attività di relazioni pubbliche statunitense. In palio c'è la cifra di 100 milioni di dollari, nonché i diritti morali su una pagina della storia di cui il popolo rivendica (giustamente) una proprietà. All'inizio i diritti economici delle memorabilia sono stati destinati ad attività di charity, ma ultimamente la gestione è stata quantomeno di dubbia moralità.
Emanuela Di Pasqua-Totem