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Rp: la crisi ci obbliga a rivedere il nostro modello di business

10/03/2009

Rosanna D’Antona, una delle più autorevoli professioniste italiane, interviene nel dibattito sulla crisi e sul ruolo e le opportunità per le Relazioni Pubbliche promosso su questo sito e sulle pagine dell’ultimo numero del magazine Ferpi, con una lettera aperta.

Cari colleghi,
scrivo di domenica mattina, quelle mattine dove leggi nel dettaglio i quotidiani e qualche pezzo che ti eri ripromessa di leggere, con calma. Ferpi Notizie era lì da leggere con attenzione: complimenti per il bel dibattito sulla crisi proposto ospitando firme e commenti di colleghi qualificati.


E’ proprio nell’ottica del dibattito che vorrei aggiungere una testimonianza vista da chi come me opera in questo settore da più di 30 anni.


Quasi tutto il numero è dedicato giustamente alla “crisi”. Concordo: è così come è stata descritta, ma forse è anche peggio. E’ sul ” peggio” che mi soffermo un attimo perchè tutte queste belle parole relative a quanto sia determinante comunicare i propri progetti in tempo di crisi devono sapere che oggi buona parte delle aziende devono fare i conti (sempre più in rosso) e con le spese fisse (prevalentemente il personale da tagliare) ed i mercati (che rispondono sempre meno).


Ecco stare a fianco dell’impresa oggi significa prevalentemente far in modo che le relazioni (che asuspicabilmente abbiano governato correttamente precedentemente) con i suoi interlocutori oggi continuino per stabilire un terreno comune di incontro e per trovare soluzioni che siano convenienti da ambo le parti (il famoso win-win!).


Mi domando a questo punto se la funzione che abbiamo sempre avuto di mediare gli interessi degli enti/imprese che rappresentiamo e dei loro interlocutori esterni (dai media, alle istituzioni, alla popolazione aziendale) non debba essere rivista di fronte alle mutate condizioni dello scenario in cui operiamo: noi e gli interessi che rappresentiamo.


- I giornalisti hanno minor “potere” perchè devono fare i conti con proprietà editoriali forti, vengono richiesti loro meno-opinioni e più-fatti che ormai si raccolgono da agenzie ed internet, un lavoro anche per loro sempre più flessibile se non precario.


- le istituzioni sono sempre meno influenzabili, viste le richieste a cui devono far fronte. Obama ha dichiarato in questi giorni che seguirà il suo percorso per risollevare il paese, che adotterà le misure che ha promesso non tenendo conto delle pressioni delle lobby che rappresentano gli interessi di industrie e banche. Oggi i nostri media si chiedono che fine faranno i 15.000 operatori lobbisti che vivono intorno a Washington.


- la popolazione aziendale vive in un unico terrore oggi: quello di perdere il posto. In ascensore l’altro giorno scambiando le due chiacchiere di convenienza con una giovane donna da un piano all’altro di un building, uscendo mi ha salutato dicendo: “sì sto lavando giorno e notte, ma mi ritengo fortunata perchè ho ancora un posto di lavoro!”.


Chiudo lasciandovi un messaggio. Sarebbe davvero interessante capire, anche noi oltre che i nostri committenti, come rivedere il nostro modello di business.


Loro lo stanno facendo: le banche (stanno rivedendo l’intero sistema, così non regge più), le imprese (stanno cercando vie d’uscita in altri mercati, nella riorganizzazione produttiva e distributiva, operando in modo più coerente, trasparente e – speriamo – anche socialmente utile) le istituzioni (sono alle prese con i bilanci nazionali, il welfare e il sostegno ad un’economia che globalmente sta mostrando le sue debolezze), il cittadino/utente consumatore ha veramente tanta paura.


Credo che per noi non sia sufficiente dire “bisogna cogliere opportunità proprio in caso di crisi”. E’ vero, dico io, ma a patto che si comprenda bene di cosa c’è bisogno, l’ascolto del mercato anche noi deve essere la nostra guida. Forse val la pena di lavorare su questo famoso governo delle relazioni. Relazioni che non possono essere governate con le motodologie che sono state così efficaci nell’ultimo ventennio.


Grazie a Ferpi Notizie che mi ha consentito di riflettere con un pò di calma su come il nostro business collettivo e il business della mia impresa, possano cogliere l’opportunità di questa crisi “rivisitando” il nostro ruolo e perchè no anche, in parte, la nostra missione aziendale.


Ciao
Rosanna D’Antona
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