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RP: ripartire dalla diversità

27/04/2005

Un commento di Toni Muzi Falconi.

La diversità come fondamenta per un 'nuovo inizio' delle rp?Il paradigma dei principi generali globali e delle specifiche applicazioni locali, alla base della nascente teoria globale delle relazioni pubbliche per il nuovo secolo, suggerisce in accordo con i Grunig - che i due concetti-base di diversità e di relazione a due vie e tendenzialmente simmetrica siano coerentemente integrati e da annoverare  fra i principali blocchi fondanti di un assai necessario 'nuovo inizio' per la professione delle relazioni pubbliche.Si potrebbe anche aggiungere, soltanto per rimarcarne la differenza, che nel 20esimo secolo i blocchi fondanti della migliore pratica delle relazioni pubbliche siano stati, ad esempio, il principio di testimonianze di terze parti (opinion leadership), le relazioni con i media, l'organizzazione di eventi e la comunicazione ai pubblici.Naturalmente ciascuno di questi concetti resta estremamente utile e continua ad essere applicato dai professionisti in tutto il mondo, ma occorre prendere atto che la situazione è considerevolmente cambiata.Pratiche comunicative uno-con-uno, uno-con-pochi, pochi-con-pochi sono oggi assai più efficaci e realizzabili rispetto soltanto a dieci anni fa: un nuovo corpo di conoscenze, nuovi metodi per identificare stakeholder consapevoli e interessati, nuove tecnologie per avviare con questi relazioni a due vie e tendenzialmente simmetriche, sostengono con forza il relatore pubblico nella ricerca di strumenti maggiormente rendicontabili e socialmente responsabili per assistere datori di lavoro e clienti nel raggiungimento degli obiettivi perseguiti.Questo risultato può essere raggiunto ascoltando e interpretando efficacemente le aspettative degli stakeholder verso l'organizzazione per accelerare la definizione e l'attuazione di ragionevoli obiettivi organizzativi, e per trasformare le migliori pratiche di oggi che attengono ad una organizzazione comunicativa (dove la comunicazione è per lo più centralizzata, professionale ed efficace) in una organizzazione comunicante (dove i dirigenti attraverso tutta l'organizzazione sono abilitati e assistiti dalla funzione comunicativa per governare direttamente i rispettivi sistemi di relazione e di comunicazione con gli stakeholder).Quindi, mentre la scena comunicativa viene fortemente impattata da questi cambiamenti e la diversità diventa un nuovo paradigma (ogni persona è diversa, quindi si deve sempre comunicare con piuttosto che a), i relatori pubblici pur continuando a mettere a disposizione dei loro datori di lavoro/clienti tutti i tradizionali, migliorati e sempre necessari servizi e strumenti del 20esimo secolo, per quanto adeguati e adattati ai nuovi concetti sopra indicati- svilupperanno i loro nuovi ruoli riflettivo ed educativo all'interno delle rispettive organizzazioni, stimolate a forgiare con precisione le rispettive identità affinché si sviluppi l'efficacia del dialogo con un numero sempre crescente di altre e diverse identità: un confronto continuo, rispettoso tra identità con valori forti ed espliciti è esattamente quel tipo di dialogo efficace che le relazioni pubbliche possono certamente contribuire ad alimentare, e che è l'esatto contrario del relativismo culturale.Toni Muzi Falconi
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