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Rutigliano: la reputazione necessaria per la fiducia nella PA

14/11/2014

Patrizia Rutigliano

“Gli scenari recessivi hanno reso centrale crearsi una reputazione solida. Solo con il tempo e mettendo in campo le forze si potrà invertire la rotta che consentirà di tornare a godere di quella fiducia che le amministrazioni premiate oggi, hanno dimostrato di saper generare e coltivare”, lo ha sostenuto il Presidente Ferpi, Patrizia Rutigliano, durante la premiazione dei vincitori dell’Oscar di Bilancio della PA, che si è tenuta lo scorso 12 novembre a Roma.

Sempre più negli ultimi anni il Bilancio ha modificato la propria originaria funzione, tanto nel mondo delle imprese e quanto nel pubblico, da mera rendicontazione economica e finanziaria dell’anno appena trascorso a strumento di comunicazione anche di obiettivi, piani e programmi dell’amministrazione e del loro livello di conseguimento. E’ motivo di soddisfazione, pertanto, riscontrare come un numero sempre maggiore di enti e istituzioni sia disposto a sottoporsi prima al giudizio di una giuria e poi all’accostamento con altre realtà, siano esse dirette concorrenti o meno. L’esser trasparenti, finalmente, non viene percepito come un potenziale rischio ma come un elemento decisivo nel processo di creazione di valore.
Scorrendo la documentazione presentata dalle amministrazioni che concorrono al premio e le schede di valutazione della giuria emerge inoltre uno sforzo diffuso, se si vuole forse disomogeneo, ma certamente vario e creativo, per rendere le informazioni disponibili a un pubblico sempre più vasto e per fornire elementi utili a contestualizzare l’azione amministrativa e a valutarne le ricadute sociali. Del resto, redigere un bilancio oggi è operazione assai più complessa e dinamica rispetto a un tempo e richiede, oltre ovviamente a competenze specifiche e al rispetto delle normative, anche una sensibilità e un’attenzione ai tanti segnali di cambiamento provenienti dal tessuto in cui opera la singola realtà che lo redige.
Di pari passo si sono sviluppate le modalità per rendere fruibili al pubblico le informazioni raccolte utilizzando i canali web e i social media, seguendo l’evoluzione delle abitudini e dei comportamenti di cittadini sempre più consapevoli e desiderosi di comprendere i meccanismi di funzionamento delle amministrazioni e la destinazione dei fondi a loro disposizione. Una nuova, necessaria piattaforma di confronto che molte realtà virtuose hanno trasformato in opportunità scegliendo di sviluppare una comunicazione multicanale, puntando ad offrire informazioni e servizi ai cittadini attraverso la sperimentazione di nuovi canali e linguaggi, per consentire a ciascuno di interagire con l’Istituto nel modo ritenuto più agevole. In altre parole, il web e in particolare i social network sono leve molto importanti da utilizzare per raggiungere un pubblico sempre più ampio e variegato, che quasi pretende dalla PA la trasparenza e la completezza delle informazioni. Molte amministrazioni virtuose hanno saputo trasformare quella che in alcuni casi è ancora vissuta come criticità in opportunità, scegliendo di sviluppare una comunicazione multicanale, puntando ad offrire informazioni e servizi ai cittadini attraverso la sperimentazione di nuovi canali e linguaggi, per consentire a ciascuno di interagire con l’Istituto nel modo ritenuto più agevole. In altre parole ha saputo utilizzare la leva del web e in particolare dei social network per raggiungere un pubblico più ampio, diversificato e, soprattutto, critico.
Naturalmente molto può e deve ancora essere fatto per migliorare la qualità dei bilanci delle PA: provo a indicare tre possibili direttrici. In primo luogo, dare al bilancio una dimensione temporale. Questo può essere fatto indicando con chiarezza quali entrate, al netto delle spese correnti, sono a disposizione delle amministrazioni per sostenere investimenti pluriennali destinati al soddisfacimento di specifici bisogni sociali, e quale programma temporale, in funzione della disponibilità di tali risorse, possa essere ragionevolmente perseguito. Al netto dei contenzioni e delle difficoltà che certamente si sono incontrare nella sua realizzazione, questo forse consentirebbe di spiegare i tre anni e mezzo di ritardo nella (ancora parziale) realizzazione della nuova linea metro C della metropolitana di Roma. Più in generale, poiché ancora nel 2012 una ricerca della Banca d’Italia attribuiva con il 53,7% del totale ai ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni la principale causa dei ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche, permetterebbe di fare comprendere come la scarsità di risorse a disposizione delle amministrazione, specie in epoche di “spending review”, incida sulla effettiva realizzazione di interventi programmati ed urgenti.
In secondo luogo, la capacità di indicare le possibili efficienze nella gestione delle spese correnti e il grado del loro progressivo conseguimento, sforzandosi di individuare parametri unitari derivati dalle best practise amministrative e i benefici ottenibili dalla loro applicazione alla gestione della pubblica amministrazione. Cito come esempio la recentissima analisi sui costi della sanità, in Italia, che ha evidenziata la grande variabilità tra macro aree di spese tra alcune grandi strutture sanitarie, come quelle della pulizia in aree ad alto e medio rischio (+ 250% e + 330% rispettivamente tra massimo e minimo), dei pasti (+ 190% tra massimo e minimo) o dei costi di produzione per posto letto unitario (+ 155% tra massimo e minimo).
In terzo luogo, l’esigenza di investire ancora in trasparenza, sia con riguardo alla gestione interna, sia a quella degli enti esterni partecipati dall’amministrazione, indicando le ragioni per la scelta delle persone che rivestono incarichi rilevanti e definendo preventivamente e con chiarezza gli obiettivi che enti esterni, enti strumentali e società partecipate si propongono di conseguire.
Si tratta di perseguire una chiarezza e una trasparenza non solo formale – peraltro necessaria – ma sostanziale, che affronta il merito delle scelte grandi e piccole compiute ogni giorno dalle amministrazioni, per dimostrare che non si teme il giudizio dei cittadini, che si vogliono consapevoli e informati.
Solo così sarà possibile recuperare quel deficit di reputazione e di fiducia alla base di un diffuso malessere istituzionale, che occorre affrontare con urgenza. In questo modo si potrà ricostruire la credibilità della rappresentanza politica e amministrativa, senza la quale non è possibile governare una città, una provincia, una nazione, e sul quale rischia di infrangersi ogni sforzo di riforma.
Perché riformare vuol dire intervenire su rendite di posizione e vantaggi acquisiti. Questo non è possibile senza la credibilità delle intenzioni e la credibilità delle intenzioni si costruisce innanzitutto dimostrando di saper gestire l’impegno quotidiano con competenza, trasparenza e sobrietà.
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