Dal sito di Comunicazione Italiana ......Scomunicare la comunicazioneNei corsi di comunicazione insegnano cosa, come e perché comunicare, spiegano come preparare un piano di comunicazione, come individuare il target, come suddividere il budget, poi però quando il comunicatore è in trincea scopre che la comunicazione è tutta un'altra cosa.Allora, ecco un piccolo vademecum per essere preparati a tutto.Regola n° 1, altrimenti detta "la ripresa deju lattaru" (trad. la ripresa del lattaio [1*] ), ovvero cercare di recuperare (riprendere) in extremis e con esiti poco credibili una situazione irrecuperabile. Questa strategia serve soprattutto con il capo: anche davanti all'evidenza più nera bisogna saper dare in pochi istanti una motivazione plausibile e logica, mantenendo lucidità e sangue freddo. Nei casi più evidenti di errore occorre saper riparare con fantasia e creatività, giustificando il lavoro fatto 'male' come una nuova scelta strategica.Regola n°2, altrimenti detta "la jella deju venerdì" (trad. la sfortuna del venerdì), ovvero avere la consapevolezza che le emergenze si scatenano con maggiore incidenza l'ultimo giorno della settimana e che, a seconda della gravità dell'emergenza, si dovrà lavorare anche di sabato e forse di domenica. Un buon antidoto alla sfortuna del venerdì è andare via dall'ufficio prima del solito, in base alla ben nota coincidenza per cui le emergenze capitano sempre all'ultimo minuto.Regola n°3, altrimenti detta "il passo del giaguaro", ovvero la necessità di imparare a evitare quegli uffici amministrativi, e relativi responsabili, che invece di risolvere complicano ogni operazione, facendo raddoppiare tempo e lavoro. Questa capacità purtroppo si affina solo con il tempo e con una lunga serie di errori. Alcune volte, può essere utile chiedere consiglio ai colleghi anziani.Regola n° 4, altrimenti detta "le perle ai porci", ovvero saper lasciar perdere e riuscire ad abbandonare un proprio progetto quando la poca voglia di lavorare degli altri inizia a creare troppi ostacoli burocratici, amministrativi, economici. La storia dimostra che incaponirsi contro tutto e tutti in nome di un buon progetto fa solo ingrossare il fegato. Antidoto all'invidia dei colleghi e al menefreghismo di quegli amministrativi che, di fatto, possono bloccare l'idea è recitare a voce alta per tre volte consecutive la formula rituale "meglio così, in fondo sono perle per porci".Regola n° 5, altrimenti detta "non mi sembri quello dell'anno scorso", ovvero avere di fronte alle difficoltà la certa consolazione che chi lavora sodo ha vita lunga, in base all'aneddoto dell'asino e del maiale. Un asino lavorava tutto il giorno portando carichi di legna e di fieno, su e giù lungo una collina. Ogni volta che faceva questo tragitto l'asino veniva deriso da un grasso maiale che, rotolandosi nel fango e mangiando senza sosta, gli diceva "io, senza dover fare nulla, me la godo come un pashà e soprattutto non ho bisogno di faticare come te per guadagnarmi il pasto". Dopo un'intera giornata passata a lavorare e a sentire il grasso maiale che lo sbeffeggiava, l'asino passò davanti al porcile prima di rientrare nella sua stalla e rivolto al maiale disse "hai ragione, io lavoro tutto il giorno e mi spacco la schiena, però tu non mi sembri quello dell'anno scorso".Manuela D'Alessio[1*] Molte le spiegazioni per questo modo di dire aquilano, la più diffusa racconta di un giovane lattaio che ogni mattina, quando consegnava le bottiglie di latte a un certo domicilio, veniva accolto da una donna discinta e provocante. Il giovane lattaio iniziò ad inorgoglirsi per tale comportamento fino a credere che la donna lo stesse provocando perché interessata a lui. Così il giovane lattaio prese coraggio ed una mattina si presentò nudo all'indirizzo della donna. Suonò il campanello e attese tutto eccitato la bella signora, gli andò ad aprire invece un energumeno in canottiera e pantaloni (il marito della signora). Il lattaio, nudo come un verme, non fece una piega e si giustificò dicendo: "ha detto mio padre che se non vi decidete a pagare il latte con 'sto ... che continuiamo a portarvelo". Convinto anche lui di quello che aveva appena detto, il giovane lattaio si girò sui talloni e se ne andò via illeso.Altri consigli...?Dal sito di Comunicazione Italiana, ecco un piccolo vademecum per arrivare preparati a quelle situazioni che a scuola non ci insegnano!