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Siamo Tutti Giornalisti

21/01/2011

Un sito che è innanzitutto una scommessa: quella di rendere chiunque artefice e fruitore di un’informazione di qualità. Con _Siamo Tutti Giornalisti_ nasce la Wikipedia dell’informazione.

Nato alcuni mesi fa, Siamo tutti giornalisti si pone come il primo polo editoriale italiano che adotta il modello di Wikipedia: chiunque può contribuire a migliorare la qualità dell’informazione in piena libertà.
La veste grafica essenziale del sito non deve trarre in inganno: alle spalle c’è un progetto molto complesso che mira ad offrire ai propri utenti una panoramica di tutti i principali mezzi di informazione italiani e stranieri libera da condizionamenti politici o da interessi economico-finanziari.
Chiunque può pubblicare contenuti in formati differenti – si può trattare di notizie, opinioni, articoli, studi, interviste, testimonianze, casi emblematici – e di commentarli evidenziando anche eventuali manipolazioni cui le notizie sono state sottoposte.
Il principio ispiratore alla base dell’iniziativa è che la “notizia” é patrimonio di tutti e quindi tutti sono chiamati a contribuire alla sua formazione e al suo controllo. Proprio da qui la scelta del nome del sito, Siamo Tutti Giornalisti. In questo modo chi collabora è contemporaneamente lettore, giornalista ed editore.
Per garantire la qualità e la serietà delle informazioni diffuse poi esiste “un comitato di garanzia, che ha il compito di esaminare le proteste che arrivano al sito in merito ai contenuti pubblicati, o al tempo stesso da parte di chi si lamenta di aver ricevuto “censure” rispetto a quanto scritto. È formato da un primario di psichiatria, un industriale, uno scrittore e un regista”, dice Alberto Troìa, coordinatore ed ideatore del sito. Ad ogni contributo è abbinato inoltre uno spazio di rettifica/smentita: “Serve se qualcuno ravvisi che siano state date informazioni che sul piano legale o della verità non siano corrette o lo danneggino”, spiega Troìa. “Inoltre, lo staff del sito mette in atto un controllo sistematico, continuo, per evitare che qualcuno inserisca contenuti offensivi, o che lo snaturino il sito, come ad esempio gli annunci pubblicitario”. Un controllo c’è insomma, ma anche in questo caso collettivo e senza censure totali: “Tutti i contenuti scartati, infatti, restano comunque visibili in una pagina apposita, e in corrispondenza di ciascuno viene spiegato il motivo della cancellazione”.
Una sfida importante ma che indubbiamente pone interessanti basi per la libertà di stampa e di informazione nel nostro paese.
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