Ferpi > News > Società quotate: l'emergenza governance

Società quotate: l'emergenza governance

17/01/2011

Quello di "Mirafiori" è solo l'ultimo caso che ripropone i radicali cambiamenti che stanno intervenendo nella gestione delle relazioni con gli stakeholder per le organizzazioni complesse. La questione è di grande attualità per le società quotate, come emerge da una breve riflessione di _Toni Muzi Falconi_ scaturita da alcuni recenti articoli.

Domenica 16 gennaio, l’attenzione è dovuto soprattutto a due articoli.
1. Il sermone domenicale di Eugenio Scalfari (solo nella sua prima parte…) scrivendo del caso Mirafiori/Fiom, esplicita con modalità assai convincenti l’emergenza della governance nelle nostre società quotate.
Mi viene ovviamente in mente il richiamo forte degli Accordi di Stoccolma verso il modello stakeholder, che prevede come spetti al Consiglio di Amministrazione dell’organizzazione la responsabilità di definire politiche di relazioni con gli stakeholder da consegnare all’attuazione del management. Naturalmente Scalfari non dice questo poiché focalizza la sua attenzione sul modello tedesco di partecipazione dei lavoratori ai consigli di gestione, ma non ho potuto fare a meno di pensare che Sergio Marchionne, nelle sue necessarie riflessioni critiche e autocritiche rispetto agli avvenimenti di queste settimane, potrebbe avere la determinazione e l’acume per determinare un’ulteriore mossa verso la postmodernità consultando il King3 Report insieme agli Accordi di Stoccolma.
2. L’incredibile servizio di prima pagina del New York Times dove, con dovizia di particolari, si racconta come i servizi segreti americani e soprattutto israeliani abbiano con successo provocato un rinvio di almeno tre anni nello sviluppo dei programmi nucleari dell’Iran attraverso una straordinaria azione riuscita di cyber guerra.
I particolari sono davvero ghiotti e io non sarei proprio capace di riassumerli. Un eccezionale esempio di giornalismo investigativo destinato a produrre conseguenze molto importanti delle relazioni internazionali.
E, anche in questo caso come nel primo, non posso fare a meno di pensare quanto la vicenda Wikileaks abbia già modificato radicalmente il nostro modo di fare giornalismo e di osservare le cose del mondo.
Eventi