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State of the News Media 2006

27/03/2006

Esce il rapporto annuale sul giornalismo americano.

L'analisi The state of the news media è realizzata annualmente dal Project for Excellence in Journalism, un istituto affiliato al corso di laurea in giornalismo della Columbia University e finanziato dal Pew Charitable Trusts. Per ciascun settore di ogni media vi sono esaminate sei differenti aree: contenuto, tendenze dei trend, audience, economia, proprietà, investimento di newsroom e atteggiamento pubblico. Con l'intenzione di rispondere a domande che ogni lettore troverebbe importanti per chiarire forza e debolezza dei dati disponibili e per identificare che cosa ancora non va.Nei primi due anni, dal rapporto era uscita la sensazione che i media americani fossero intrappolati tra la necessità di cambiare tecnologia e l'obbligo del successo economico. Il primo aveva creato il bisogno di cambiare, il secondo aveva generato tradizionalismo e avversione al rischio. Il ruolo della stampa stava mutando, tuttavia le aziende al controllo dei media sembravano non capire completamente né reagire concretamente. E i problemi all'orizzonte sembravano portare a riparazioni marginali, invece che sollecitare strategie a lungo termine.Nel 2006 si nota un cambiamento. I problemi dei media sono peggiorati e da ciò si ottiene la sensazione, più forte che negli anni precedenti, che l'industria delle notizie stia iniziando a muoversi verso una successiva era, specialmente riguardo a Internet. Nelle televisioni il cambiamento generazionale dei vecchi conduttori ha contribuito a far pensare al futuro. Nei giornali le peggiori tirature, l'economia in erosione hanno aperto le menti. Ma i segni di comprensione non sono presenti a tutti i livelli. Le news delle tv locali non appaiono costruite secondo una linea mentre alcuni giornali si stanno muovendo più seriamente di altri.Alcune questioni rimangono irrisolte. Una è se l'industria delle notizie abbia aspettato troppo, lasciandosi scappare delle occasioni, quali non aver comprato anni fa le aziende del settore che iniziavano e che ora sono i nuovi, importanti rivali dei new-media. Un'altra è se i consumatori si preoccupino dei valori che la vecchia stampa rappresenta. Terza è se, al top, si sia persa la capacità di visione, e se questa industria abbia dei leader capaci di guidare dei giornalisti.
Le conclusioni dell'analisi ipotizzano che le risposte non verranno subito ma che si possono già vedere delle differenze persino rispetto a 12 mesi fa: in un anno che per i media può essere sembrato nero di notizie, profitti e numeri hanno dato anche risultati positivi. Inoltre, continua il rapporto, la risposta sarà nel giornalismo, non soltanto nelle strategie di business. Se il passato deve suggerire qualcosa - conclude -  è che i due lati non potranno prosperare se non si muoveranno insieme.
N.C. 
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