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Studiare alla Syracuse University: la testimonianza di Gianni Rizzuti, consigliere nazionale Ferpi

20/09/2005

Dopo la nota di Toni Muzi Falconi pubblicata sul sito la scorsa settimana, interviene Gianni Rizzuti, consigliere nazionale Ferpi, in qualità di "masterizzato" alla stessa decantata università

Syracuse-Syracusarum. Da non siciliano ignorante, fino al 2000 nulla sapevo non solo della Siracusa "originaria", ma neanche di questa cittadina dello stato di New York. Restava una vaga, nominale reminiscenza liceale da pluralia tantum (come castra-castrorum).La nebbia non si diradava neppure dopo:1. una rapida lettura sull'Economist (a proposito dell'influenza della stampa anglosassone...), che pubblicava nell'inverno del 2000 l'annuncio della Syracuse University stato di New York - per un master in comunicazione e RP per professionisti;  2.  la mia risposta a quell'annuncio;3. l'accettazione della mia candidatura.Poi ho fatto il biglietto per Syracuse e ho scoperto che di città si trattava, sede di un'università prestigiosa per il nostro mondo della comunicazione.Insomma, come appare chiaro a chi avrà la (s)ventura di leggere questa testimonianza, nel 2000 sono cascato per caso dentro l'università richiamata da Toni Muzi Falconi sul sito Ferpi il 14 settembre u.s.. E della Newhouse sono diventato un alumnus nel 2004.Quattro anni intensi, di moduli residenziali in America e di fine settimana (e oltre) di studio in Italia. Quattro anni in cui ho rinfrescato una serie di conoscenze e appreso altre, come i rudimenti di finanza e contabilità. Sì, perché a Syracuse l'obiettivo è aiutare i manager a diventare o confermarsi manager della comunicazione a 360 gradi, anche sapendo se necessario dare un'occhiata critica a un bilancio. Soprattutto, la prestigiosa scuola di Syracuse ci ricorda che se la nostra professione non può vivere di solo know how, non può neanche affidarsi al solo "know who", ma tendere ad un mix tra competenze e relazioni, una specie di "know whow".Due considerazioni operative.1) I costi: sulla carta si aggirano sui 30 mila euro. A questi si aggiungono le spese di viaggio e soggiorno. Per una decina di volte si vola oltreoceano e si sta una settimana in albergo (adesso il cambio aiuta). I miei colleghi americani stimavano che per il solo effetto del master, il loro stipendio sarebbe cresciuto del 25-30%. Questo giustifica ampiamente la frequenza del master. Per pudicizia non ho chiesto a nessuno cos'è successo loro alla fine dei corsi, tornati a lavorare full time. In Italia, l'effetto è meno palpabile.2) Un consiglio agli interessati: (ri)leggete la descrizione fatta da Toni Muzi Falconi e fate un giro sul sito dell'università: www.syr.edu. Vi aiuterà a capire. E considerate che oltre ad un inglese da TOEFL (Test of English as a Foreign Language), ci vuole determinazione, un datore di lavoro e una famiglia comprensivi. Se avete questo poker in mano, allora giocatevelo. Io non me ne sono pentito. Male che vada, avrete passeggiato dentro un vero campus universitario da film americano, divorato un hamburger da Dinosaur Bar B Que (ristorante famoso per essere ritrovo di motoristi Harley- Davidson), applaudito un coast to coast degli Orange al Carrier Dome (trad.: azione a tutto campo della squadra locale di basket nello stadio coperto dell'università).Soprattutto, avrete conosciuto un mucchio di grandi persone e professionisti da cui abbiamo molto da imparare. Sempre col modello two-way symmetrical.Gianni Rizzuti
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