Il consumatore è l'ultimo della catena, ma non è da meno degli altri protagonisti. Anzi. Un report speciale dell'Economist parla di questa rivoluzione. Come direbbero gli inglesi: last, but not least. E grazie alla Rete il consumatore sta diventando sempre più protagonista. Anzi re, o regina.Come spesso succede il linguaggio stesso definisce e scandisce le rivoluzioni culturali. Molte aziende si definiscono ormai consumer centric o customer-driven. Le società serie e oneste dovrebbero beneficiare di questa nuova leadership dei consumatori, ma alcune inevitabilmente tremano, timorose che la trasparenza regalata dall'Internet possa rendere le persone troppo scaltre e critiche. Certo, sta aumentando la concorrenza. La gente può paragonare i prodotti, i prezzi e la reputazione (esistono molti siti specializzati in questo tipo di servizi). L'acquirente può trovare informazioni di ogni tipo sui propri acquisti e molti decidono proprio nel cyberspazio: per esempio la Ford ha rilevato che otto clienti su dieci scelgono il modello di macchina in Rete.Insomma il consumatore sta cambiando: più attento e consapevole, più calcolatore, sempre sensibile al marchio, ma meno ciecamente. La trasformazione è più o meno rivoluzionaria a seconda del settore ovviamente. Uno degli esempi più significativi è il turismo, ambito in cui sta crescendo a dismisura l'acquisto fai da te. Alla fine solo le aziende che sapranno veramente servire questi nuovi monarchi sopravviveranno.Emanuela Di Pasqua-TotemAlla fine, il consumatore è diventato re. Nei mercati di oggi ha un nuovo potere di scelta, mentre è sempre più difficile catturare la sua attenzione. Le conseguenze per il business sono enormi. Un'ampia inchiesta dell'Economist sul consumer power, il marketing, l'advertising e i new media.