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Telecom Progetto Italia: un intervento di Francesco Moneta

25/01/2005

L'articolo è tratto da ADVexpress.

Da ADVexpress.Cultura d'impresa o cultura dell'imprenditore?20/01/2005Da Francesco Moneta, presidente Egg eventi e sponsorizzazioni, riceviamo e pubblichiamo un intervento sulla presentazione di Telecom Progetto Italia 2005. "Sono stato alla presentazione di Progetto Italia 2005 della Telecom. Palazzo Clerici 'imballato' da una moltitudine che non pareva essere stata invitata a caso, una sala aggiuntiva con schermo per consolare i molti che non stavano in quella principale, vicino al cuore dell'evento. E neanche quella è bastata. Consensi diffusi, applausi agli affabulanti Renato Mannheimer e Philippe Daverio, arcangeli di Marco Tronchetti Provera, come se il Progetto l'avessero finanziato loro. Tronchetti Provera, invece, ha deciso di essere soprattutto il misurato conduttore della breve manifestazione, corroborato dall'energia di Tara Gandhi, autrice di un intervento intrigante dedicato alle vibrazioni positive emanate da questo Progetto senza precedenti nella storia della comunicazione, forse non solo italiana. Un progetto che mi pare stia ricevendo consensi più dal pubblico che dalla critica, come gli spettacoli che contano davvero; un progetto che genera fenomeni di costume nazionali e locali, interesse ed entusiasmo tra gli intellettuali, orgoglio crescente tra i dipendenti.E si è parlato di 'cultura d'impresa' come se le dimensioni di questo investimento e i suoi contenuti fossero quasi naturali. Il clima era attento e compiaciuto, come se questa fosse già una routine istituzionalizzata. Ma forse è sfuggito un particolare: solo tre anni fa sarebbe risultato impensabile ai più che l'impresa Telecom Italia annunciasse e poi soprattutto mettesse in pratica un progetto di questo tipo - sappiamo come gli annunci istituzionali spesso si rivelino di scarsa sostanza, non solo in politica - e non certo per mancanza di mezzi. L'impresa Telecom Italia esiste da qualche tempo.Ma la differenza l'ha fatta l'imprenditore, e probabilmente il suo management. Mai come in questo caso risulta rilevante il distinguo tra impresa e imprenditore. E temo che oggi si debba puntare sulla cultura dell'imprenditore, quando visionario e illuminato, perché l'impresa come sistema pare soprattutto impegnata a navigare a vista, incapace di progetti inconsueti, coraggiosi, socialmente significativi. E non è solo questione di capacità d'investimento, sarebbe troppo semplice cavarsela con questa battuta. Né di ritorno sull'investimento: ho l'impressione che in Telecom lo stiano misurando con una certa noncuranza, a breve quantitativamente, mentre questa onda è lunga e un giorno la chiameremo 'reputazione'. Si tratta di annusare l'aria, ascoltare l'umore del tempo, volare alto.Propongo un piccolo sondaggio: ognuno si faccia venire in mente tre aziende italiane che si distinguono per essere portatrici di effettivi benefici per la collettività, e di imprenditori italiani visionari in senso sociale, non solo imprenditivo. Poi inviate una email (francesco.moneta@eggeventi.it ). E commenteremo i risultati".
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