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Tu chiamala se vuoi filantropia

17/10/2005

Google abbraccia la filantropia. Tra buoni intenti ed esigenze pubblicitarie

La notizia è uscita su Bbc News, ma è apparsa un po' dovunque. L'iniziativa di Google infatti è stata pubblicizzata a dovere, a conferma che anche di pubblicità si tratta. L'azienda di Mountain View ha creato appositamente Google.org, accantonando 900 milioni di dollari, ovvero tre milioni di azioni, per fare del bene. Sposerà le cause dell'ambiente, della povertà, dell'energia. Iniziando ovviamente dall'Africa, dove ha già regalato un'iniezione di liquidità all'imprenditoria agricola del Ghana. A fianco di Google.org c'è una fondazione e un programma, pre-esistente, dal nome Google Grant, specializzato nell'offerta gratuita di banner pubblicitari per le aziende bisognose di aiuto.
Del resto i due fondatori del celebre motore di ricerca, Brin e Page, sono risultati al sedicesimo posto della classifica stilata da Forbes sulle 400 persone più ricche al mondo. Molto discussa la scelta di veicolare il denaro (anche) attraverso un canale aziendale (Google.org), proprio per poter sponsorizzare anche progetti con fini di lucro, per cui non sarebbe idonea la fondazione. E' il modo più comodo e flessibile per gestire soldi, ma agli azionisti crea qualche preoccupazione.
L'iniziativa di Google sottolinea ancora una volta il ruolo della filantropia, richiamando un censimento dei noti filantropi (molti dei quali nel mondo tecnologico). Tra i primi figurano i coniugi Gates, ma i nomi dell'informatica che hanno sposato cause sociali sono molti. Ci sono anche molti tipi di filantropia, a seconda dei temi sostenuti e della connotazione ideologica. Secondo i più maligni è anche e soprattutto un modo per fare advertising, mostrandosi socialmente responsabili. Né va trascurato che le donazioni si traducono in poderosi tagli alle tasse.
Emanuela Di Pasqua - Totem
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