Kofi Annan in un recente discorso ha citato i luoghi dove "il dominio della legge è stato messo a rischio in varie parti del mondo": dal Medio Oriente a Beslan, dal Darfur all'Uganda. Sotto la presidenza Museveni il paese africano decide di reagire e di prendere le distanze da una reputazione che non sente fedele (non più) alla realtà.Il ministro degli esteri Sam Kuteesa conferma la notizia: l'Uganda si affiderà alle cure sapienti della prestigiosa firm delle rp, Hill and Knowlton, per rinfrescarsi l'immagine ed estirpare i luoghi comuni che la vedrebbero zoppicare in democrazia. L'intento è di comunicare nel migliore dei modi le iniziative che, secondo l'attuale presidenza, esistono nella direzione del rispetto dei diritti umani e della volontà del popolo.In realtà sono molto pochi i paesi africani che, a questo proposito, raggiungono la sufficienza. Sia nell'elenco dei paesi autocratici, che in quello relativo ai più importanti criteri di democrazia (alfabetizzazione, distribuzione del reddito, libertà di stampa) l'Uganda non risulta tra i peggiori, ma ultimamente l'Osservatorio sui diritti umani ha mosso non poche critiche a questa nazione.Il presidente Yoweri Museveni dimostra un desiderio di consensi, in parte mosso da buoni intenti, in parte dal desiderio di ottenere aiuti economici, a loro volta condizionati spesso dall'atteggiamento del governo. Un investimento a lungo perido di 477mila euro dunque che dovrebbe trasformarsi poi in un considerevole ritorno economico.Il governo dell'Uganda ha ingaggiato Hill and Knowlton per 477 mila euro allo scopo di migliorare la sua reputazione danneggiata dalle accuse di violare i diritti umani e di essere poco democratico.