Il report Under the Influence di ActionAid sottolinea molti esempi di accesso privilegiato e di eccessiva influenza sul processo decisionale del WTO da parte delle corporation. Intanto le cifre del mondo lobbistico: a Bruxelles ci sono circa 15mila lobbisti, ovvero uno ogni quattro membri del parlamento dell'Unione Europea; più del 70 per cento rappresentano gli interessi del business e solo il 10 per cento appoggiano associazioni ambientaliste o che si occupano di diritti umani. La spesa stimata è tra i 750 milioni e 1 miliardo di euro.Negli Stati Uniti se ne contano invece 17mila e il cosiddetto meccanismo delle porte girevoli (espressione made in Usa che sta a indicare la cattiva abitudine di prestare gli uomini dell'industria agli incarichi governativi o viceversa) è particolarmente significativo. La sola industria farmaceutica ha speso 1 miliardo di dollari negli Stati Uniti in attività di lobbying, mentre dal 1998 al 2004 13 miliardi di dollari sono stati destinati in generale dalle corporation all'attività di pressione politica.Nel report si chiede esplicitamente ai governi di intervenire e si mettono sotto esame le lobbies di Washington, Bruxelles e Ginevra. Vengono inoltre descritti i meccanismi decisionali all'interno del WTO, in particolare nell'ambito di temi come la proprietà intellettuale.Secondo le raccomandazioni di ActionAid, per l'Europa l'iniziativa più urgente riguarda l'introduzione di una maggior trasparenza, mentre l'America dovrebbe inibire soprattutto il flusso di informazioni confidenziali esistente tra decisori e rappresentanti del mondo corporate. L'articolo elenca anche nei particolari tutte le aziende rappresentate dalle lobbies, sia nel vecchio che nel nuovo continente, illustrando l'impatto che questa mappa del potere e della politica ha sulle scelte globali.Il mondo è in mano al business e alle lobby: questa la denuncia di un recente studio, che spiega anche la necessità di un cambio di direzione.
