Un ventennio di manifesti in mostra a Forlì
03/09/2008
Dal 21 settembre, una grande esposizione per celebrare uno dei principali mezzi di comunicazione
È stato il veicolo principale e prediletto, sia dagli imprenditori che dal pubblico, di una nuova immagine dell’Italia che si voleva dinamica, veloce, arguta. L’oggetto in questione è il manifesto pubblicitario, a cui la città di Forlì dedica – dal prossimo 21 settembre – la più ampia mostra mai allestita su un periodo di svolta della comunicazione italiana, come fu quello tra gli anni Venti e il 1940.
L’esposizione, dal titolo “Un Ventennio di manifesti. L’arte della pubblicità. Il manifesto italiano e le avanguardie. 1920-1940”, sarà visitabile fino al 30 novembre presso i Musei di San Domenico del capoluogo romagnolo.
A dialogare con gli oltre duecento manifesti, che raccontano la storia dello sviluppo della grande industria italiana – dalla Fiat alla Campari all’Olivetti – ci saranno anche sculture, bozzetti, riviste, fotografie, libri illustrati che testimoniano il trasmigrare di idee e soluzioni da un campo all’altro delle arti.
Quelli fra gli anni Venti e il 1940 sono gli anni dell’ascesa al potere del Fascismo, della crescita dell’industrializzazione, della nascita di nuovi miti, primo fra tutti quello di un’Italia grande e moderna. Campo di ricerca per i più grandi artisti del nostro Novecento, il mondo del manifesto pubblicitario ha visto la concentrazione in quegli anni di talenti riconosciuti in tutto il mondo, autori di prove grafiche ancora oggi sorprendenti per l’essenzialità del segno, gli accostamenti cromatici e la varietà dei caratteri grafici.
Le opere sono raccolte in un percorso suddiviso in sezioni, a partire da quella intitolata “Richiami classici e nuovi modelli, la donna e l’uomo moderni” che espone opere di Cambellotti, Cappiello, Dudovich, e di altri protagonisti del cartellonismo nazionale, per proseguire attraverso “La meccanizzazione e il gioco della figura umana” con i manifesti di Boccasile, Fortunato Depero, Federico Seneca e Atla, e “Velocità”, tema su cui si giocò l’immagine del Paese, celebrato dalle gradi imprese automobilistiche e aeronautiche.
Il percorso espositivo prosegue con le sezioni dedicate al “Volo”, con modellini originali di aereo, un arazzo di Balla dedicato agli aereomobili, manifesti di Umberto Di Lazzaro e Luigi Martinati, e le due riservate alle pubblicazioni editoriali celebrative del regime e delle “Italiche Virtù”. La sezione conclusiva è riservata alla “Astrazione della forma” con manifesti e opere di Bertelli (celebre il suo Mussolini in bronzo), Chelini, Carboni, Mondani, Pluto e, ancora, Boccasile, Sironi, Depero, Balla.
Alessandro Dattilo – Redazione Cultur-e