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Undicesimo comandamento: non sprecare

05/11/2009

"Siamo diventati tutti spreconi. Terribilmente spreconi. Per i motivi più svariati: abitudine, indifferenza, vizio". Questo sito firmato dal giornalista Antonio Galdo, autore dell'omonimo libro, Non Sprecare, rappresenta un utile esercizio anche per comunicatori e relatori pubblici.

Lo spreco è uno degli effetti più evidenti della società del consumo. E’, senza dubbio, uno degli effetti della comunicazione d’impresa che ci invita, ci invoglia e ci incita a consumare (non solo prodotti) a fare continuamente esperienze nuove: dall’ultimo modello di telefonino ai prodotti alimentari dei più diversi.


E dunque spetta alla comunicazione espressione delle organizzazioni private, pubbliche e sociali, nell’ottica di comportamenti sempre più sostenibili, educare clienti, cittadini, utenti (anche i servizi possono essere sprecati) ad un consumo ed una cittadinanza consapevole.


In entrambi i casi dunque, di consumo ma anche di spreco, la comunicazione, le relazioni pubbliche, l’informazione e, ovviamente, i professionisti che vi lavorano, giocano un ruolo molto delicato. Il sito www.nonsprecare.it, nato dal libro omonimo (edizioni Einaudi) e dall’esperienza del suo autore, il giornalista e scrittore Antonio Galdo, rappresenta un modo originale e interattivo per informarsi, aggiornare e confrontarsi su cosa significa “sprecare”, educarsi al consumo e alla cittadinanza consapevole. Lo fa attraverso il racconto di esperienze, storie, testimonianze che rappresentano anche un utile esercizio per i professionisti della comunicazione e i relatori pubblici per leggere con occhi diversi gli effetti delle loro attività, azioni, iniziative e progetti e magari aiutare a comprendere meglio le dinamiche che sono dietro questi comportamenti.


Insomma quegli stakeholder a cui i professionisti della comunicazione dedicano tante risorse e attenzioni sono anche quelle persone che in modo diverso diventano protagonisti di comportamenti “non sostenibili” spesso indotti anche da pratiche di comunicazione eccessive.


“Provate a immaginare quale sarebbe stato l’undicesimo comandamento… – afferma Antonio Galdo – Siamo diventati tutti spreconi. Terribilmente spreconi. Per i motivi più svariati: abitudine, indifferenza, distrazione. O anche miopia e vizio. Viviamo con l’orologio sincronizzato nel tempo della società «usa e getta» e siamo ossessionati da uno stile, ormai diventato naturale, che si traduce nella cancellazione della parola sobrietà, considerata fuori moda, e nello sperpero di cose tangibili, dalle risorse naturali al cibo, e di beni immateriali. I più importanti, quelli che non hanno prezzo, non si trovano sul mercato, eppure ci appartengono come parte integrante della persona umana. La vita (e il suo dopo, cioè la morte), la salute, la bellezza, il tempo, le parole, il talento. La lotta contro lo spreco, che cova come un serpente dentro ciascuno di noi, è affidata allo sforzo di alcune minoranze. Magari anche di singole persone, forti e coraggiose. Sono loro che invocano e praticano il dittico «Non sprecare».”


GP
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