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Unicredit lascia Facebook

#Ferpi2Be

04/06/2019

Sara Bassi

Lo scorso 1 giugno UniCredit ha ufficialmente chiuso i canali Facebook, Messenger e Instagram. Una riflessione sulle conseguenze firmata Sara Bassi per la rubrica #Ferpi2Be.

Il 3 maggio scorso sulla pagina Facebook di UniCredit è apparso questo stato: “Valorizzare i canali proprietari per garantire un dialogo riservato e di alta qualità. In linea con questo impegno, UniCredit annuncia che dal 1° giugno non sarà più su Facebook, Messenger e Instagram”.

Con queste parole, il gruppo bancario ha abbandonato i social menzionati. Il gesto ha sollevato molti interrogativi, sia tra la gente comune che i professionisti del settore, polarizzando le opinioni.UniCredit aveva smesso di investire in pubblicità sulla piattaforma in attesa di verificare il suo stato dopo lo scandalo di Cambridge Analytica.

La decisione di chiudere definitivamente i canali social riconducibili al gruppo di Zuckerberg è maturata in seguito alla mancanza di rassicurazioni sull’utilizzo e la riservatezza dei dati degli utenti. Una decisione etica, dunque. È un percorso che alcuni personaggi e aziende importanti hanno già intrapreso, destinato a far riflettere su un tema ormai fondamentale come quello dei dati.In Italia non c’è ancora una conoscenza adeguata di cosa significhino i dati per le aziende. Gli utenti non hanno coscienza, navigando, di seminare tracce che vengono raccolte e analizzate. Non hanno coscienza, soprattutto, della natura di queste tracce.

La scelta di UniCredit mira a garantire quella sicurezza e privacy che Facebook non può assicurare (specie se si tratta dei dati dei clienti di una banca); ma gli utenti-clienti del gruppo bancario saranno in grado di capire e apprezzare fino in fondo questa scelta?Abbandonare un canale social come Facebook significa anche perdere un valido contatto con il pubblico, un luogo dove poter fornire un servizio di customer care veloce e diretto, vicino all’utente. Molte aziende, e istituzioni pubbliche, lo utilizzano anche per questo scopo. Inoltre, attraverso i social, è possibile monitorare la propria immagine e la propria reputazione, mettendo in campo attività volte a migliorarle, se occorre.Oltre a Facebook, anche il profilo Instagram è stato cancellato.

Nelle discussioni online, il social delle immagini viene indicato come il più adatto a catturare il pubblico giovane, con contenuti sponsorizzati che mostrano i prodotti più adatti a loro. La perdita di tale canale, quindi, sarebbe grave. Chi non è d’accordo solleva dubbi sul fatto che i giovani siano disposti a ricevere informazioni e contenuti bancari proprio attraverso questo social, che invece per natura tende di più all’intrattenimento.

Le discussioni si rivelano sempre utili per comprendere meglio i fenomeni, ma l’interrogativo rimane. UniCredit ha preso la decisione giusta? Scopriremo solamente in futuro se la direzione che ha intrapreso sarà quella vincente. Certamente, riuscire a sviluppare canali alternativi per stabilire contatti e coltivarli, non sarà semplice. Intanto, il gruppo bancario è rimasto ed è attivo su Twitter e LinkedIn, con i quali non ha avuto problemi, e potrebbero rappresentare un buon punto da dove ripartire per costruire relazioni.

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