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Verso la Corporate Social Innovation 

10/07/2015

Da oltre vent’anni si sente parlare di Corporate Social Responsibility ma ora un nuovo concetto si sta facendo strada: la Corporate Social Innovation, idea destinata a cambiare la visione della responsabilità sociale delle imprese.  

Non si tratta di una serie televisiva ma di un acronimo che indica la Corporate Social Innovation, un nuovo passo lungo il cammino di crescita della Responsabilità Sociale d’Impresa. Un percorso iniziato negli anni ’90 quando le aziende hanno iniziato a preoccuparsi della tutela degli interessi delle comunità in cui operavano e che è proseguito poi nel XXI secolo, quando le organizzazioni hanno iniziato ad integrare la corporate citizenship all’interno dei propri modelli di business. Si è passati quindi da programmi incentrati soltanto sulla costruzione della reputazione e sulla licenza di operare alla creazione di un valore condiviso, come è stato definito nel 2011 dalla Harvard Business School . Se negli anni ’90 l’idea di CSR poteva corrispondere alla, allora all’avanguardia, Employee Giving Campaign di Microsoft in cui i dipendenti partecipavano agli eventi di raccolta fondi per le organizzazioni senza scopo di lucro, negli anni 2000 la visione si amplia: un esempio può essere il New Employment Opportunities Program (NEO) per i giovani, lanciato nel 2012 dall’International Youth Foundation e dal Multilateral Investment Fund (MIF) dell’Inter-American Development Bank Group a cui aderirono grandi aziende come Arcos Dorados, Caterpillar, CEMEX, Microsoft e Walmart. Il programma offre formazione professionale e servizi di collocamento per  i giovani poveri e per la qualità della forza lavoro in America Latina e nei Caraibi. Le aziende associate a  tutt’oggi stanno a formare molti ragazzi e NEO prevede di raggiungerne un milione entro il 2020.

L'ultima evoluzione di questo continuum è stato l'avvento dell’Innovazione Sociale d’Impresa (CSI). Nel 2014, il World Economic Forum ha lanciato il Global Agenda Council on Social Innovation che riunisce leader aziendali, impact investor e manager e che ha offerto una definizione di CSI che si basa sul concetto di Valore Condiviso: quando le aziende in modo proattivo progettano e realizzare modelli di business che aumentano il reddito e la qualità della vita delle comunità più deboli.

Un nuovo assetto sta emergendo tra venture capitalist ed impact investor. Il venture capitalist è alla ricerca di ritorni per le azienda e accesso a nuovi mercati. L'impact investor è interessato a collocare capitali in imprese e a generare impatto sociale e ambientale misurabile, insieme al ritorno finanziario. L’ impact investor vuole anche estendere soluzioni di sviluppo efficaci e sta cominciando a capire che lavorare con le grandi imprese potrebbe essere la strada migliore.

Secondo lo studio Investing in Breakthrough: Corporate Venture Capital, Volans, think-tank e società di consulenza, individua 6 settori nei quali la corporate venturing è attiva, perché questi settori riguardano direttamente le imprese, gli individui, e per l'ambiente: tecnologie pulite, istruzione, sanità, infrastrutture urbane e dei trasporti, financial inclusion, e agricoltura e cibo. Non sorprende che queste siano anche le aree in cui gli impact investitor pongono la maggior parte degli investimenti.

Stanno emergendo alcuni interessanti esempi di CSI. Per citarne uno: Shell Foundation, il braccio filantropico del gigante del petrolio, ha formato una partnership strategica con Husk Power Systems, un generatore di energia elettrica da biomassa. In cinque anni, Husk Power Systems ha installato 84 impianti che forniscono elettricità a più di 200.000 persone in 300 villaggi rurali in India. Fornendo elettricità ai villaggi, Husk sta promuovendo lo sviluppo economico: le imprese sono in grado di rimanere aperte dopo il tramonto ed i bambini possono studiare di notte.
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