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Verso l'Assemblea Ferpi: le preoccupazioni di Toni Muzi Falconi

29/04/2009

Da alcune settimane una certa vivacità associativa relativa alla gestione di Ferpi e alla composizione del futuro gruppo dirigente anima il dibattito interno. Da New York, dove insegna alla NY University, arriva una nota di Toni Muzi Falconi.

Con angoscia da New York: ma volete proprio distruggerla questa nostra Ferpi? Comin, lascia perdere non ti meritiamo.


di Toni Muzi Falconi


So bene che con questa nota non faccio che irritare ulteriormente quei (pochi, ma ci sono) colleghi che tutto vorrebbero dalla Ferpi, salvo che di vederla crescere e prosperare.
Sono tuttavia davvero preoccupato della piega di queste ultime ore assunta dalle nostre vicende pre-assemblea che sono arrivate al pettine.


Succede da sempre in Ferpi che, alla vigilia di una assemblea elettiva, qualcuno si agiti improvvisamente, senza avere mai dato segnali di nervosismo o di interesse prima, per assicurarsi un ‘posto’ o una ‘medaglia’ da aggiungere al proprio curriculum professionale.
E’ un classico.


E anche questa volta pareva fosse andata così, se non si fosse integrato, come una miscela, con alcuni vecchi e nuovi rancori ascrivibili al regno della psiche, e alla irritazione di qualche solone (pochissimi) nei confronti di un vertice che (lo sapevamo benissimo prima dell’ultima elezione…) non avrebbe avuto tempo per occuparsi personalmente di rassicurare, condolersi, partecipare alle loro fisime (mi ci metto anch’io) che, feriti nella indistruttibile certezza di ‘influire’ (deformazione professionale?).


Sono stati raccolti – intorno ad un primo firmatario (Alessandro Magnoni) da anni autorevole e rispettato professionista e socio, ma del tutto assente da qualsiasi discorso intorno alla nostra Federazione (che sia il benvenuto!)- le firme di alcuni giovani preparati e attenti, che sicuramente costituiscono un forte valore da sviluppare, su un programma alternativo che purtroppo di alternativo non ha alcunché poiché alimenta la classica tiritera che conosciamo e che condanniamo da sempre: che molti chiedono un posto, lo ottengono e poi non fanno nulla.
Chi non è d’accordo?


Meglio sarebbe stato se quei firmatari avessero fatto qualcosa prima delle elezioni, per poi evitare di ricadere nella stessa critica evocata dal loro programma. Ma, tant’è: ci si pensa sempre troppo tardi…


Avevo già scritto qui che sarebbe stato assai meglio considerare il Consiglio Nazionale come un Senato con la partecipazione del massimo numero di quanto di più autorevole (non necessariamente di meglio) sul mercato esprima la nostra base associativa e concentrare, con un esecutivo più ampio (aggirando con il meccanismo delle deleghe più volte usato, i vincoli indicati dallo statuto), un forte rinnovamento includendo anche quei giovani meritoriamente reclutati da Magnoni.
Avevo poi suggerito al vertice di condividere con Magnoni un suo ingresso autorevole nel gruppo dirigente (se poi sbaglio nella mia ipotesi che dopo poco tempo scompare, meglio così visto che non potrei chiedere di meglio che si impegnasse per davvero).


Sembrava che la questione rientrasse nel migliore e più classico dei modi.
Lo stesso Magnoni, mi dicono, dichiarava nell’assembla milanese e, credo anche in quella romana, che non ci sarebbe stata una lista alternativa.


Invece no, e si va verso liste contrapposte.
Intendiamoci, non sono affatto contrario ad una lista alternativa. Anzi sono favorevolissimo, ma se basata su cose serie e su una visione diversa delle Federazione. Non per esplicite questioni di bottega e di rancori personali.
Invece quei rancori sono, semmai, cresciuti e ci apprestiamo nelle prossime ore a sanzionare la divisione.


Incomprensibile, assolutamente incomprensibile.


Sono a New York per altri impegni e quindi vivo la cosa, con molta angoscia, da lontano.


Gianluca, dammi retta almeno questa volta: rinuncia tu a ricandidarti!
Davvero, se così stanno le cose, non meritiamo il tuo impegno.
Questa Ferpi così apparentemente divisa non fa certo bene alla tua carriera professionale… e neppure alle mie arterie…


La tua Presidenza è stata davvero migliore di ogni aspettativa. Hai risanato, ristrutturato, rilanciato l’associazione, ma neppure tu sei riuscito a farle perdere del tutto i vizi del decennio precedente che credevo fossero scomparsi.
Maledizione!
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