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Club Privè e Rp

21/01/2009

Cosa hanno in comune le agenzie di escort e le agenzie di relazioni pubbliche? E’ presto detto: il codice di attività attribuito dalle Camere di Commercio. Le strane sorprese che la legge riserva alla nostra professione...

Agenzie di escort e agenzie di relazioni pubbliche: poco importa se le prime reclutano accondiscendenti accompagnatrici e le seconde forniscono servizi di consulenza nella comunicazione. Per entrambe è richiesta una licenza della Questura competente, sacrosanta nel caso delle agenzie di escort naturalmente.


Su Yahoo Answers , guarda caso nella versione brasiliana, due connazionali con gli emblematici nickname di “Il Toscano” e “Bellabim…” si scambiano consigli per aprire un’agenzia di escort e inconsapevolmente forniscono una risposta anche a me: “Non ci sono molti modi per restare nel legale – scrive ‘Il Toscano’ – se non solo sotto il profilo fiscale in quanto puoi trovare la soluzione sia come agenzia di affari, nello specifico pubblicità e pubbliche relazioni, chiedendone l’autorizzazione in questura oppure in altre forme che il tuo commercialista ti indichirà.”


Il cerchio si chiude e qui inizia la mia storia. Qualche giorno fa la Camera di Commercio di Milano ha bloccato la richiesta di inizio attività per la mia neocostituita società di relazioni pubbliche perché agli atti manca l’assenso del Questore.


Decido di approfondire la cosa e scopro che l’obbligo di rilascio della licenza risale nientemeno che al Regio Decreto 773 del 1931, in pratica il testo unico sulla pubblica sicurezza dell’era fascista. Nel “Codice Rocco” non si parla naturalmente di agenzie di relazioni pubbliche, ma di “agenzie di affari” quali ad esempio le agenzie “di prestiti su pegno” , “l’esercizio del mestiere di sensale o di intromettitore” o ancora “agenzie per la raccolta di informazioni a scopo di divulgazione mediante bollettini od altri simili mezzi”.
Quest’ultima categoria potrebbe forse ricondurre vagamente all’attività di relazioni pubbliche ma fortunatamente con l’avvento della democrazia per stampare un bollettino basta registrare la testata presso il Tribunale, cosa molto diversa dal chiedere una licenza o un’autorizzazione che implicherebbe una forma di censura che poco si addice a una Repubblica.


Nel corso dei decenni la normativa si aggiorna, come è giusto che sia, ma non per tutti. E, come chiarisce una nota all’articolo del Codice Rocco, nel 1998 (con il decreto legge 112/1998, art. 163) il legislatore snellisce le procedure e decide che “il rilascio delle licenze concernenti le agenzie d’affari è ora di competenza dei comuni , eccezion fatta per i casi di attività di recupero crediti, pubblici incanti, agenzie matrimoniali e di pubbliche relazioni”. L’accostamento di agenzie matrimoniali e di pubbliche relazioni è emblematico e ci porta all’equivoco di oggi.


Prima di fare questa ricerca ho voluto anche sentire le associazioni di categoria, ma confesso di aver ricevuto risposte molto pragmatiche. La segreteria di Assorel mi ha confermato che alcuni associati hanno richiesto la famigerata licenza, la segreteria di Ferpi mi ha detto di essere al corrente che alcuni associati avevano chiesto il cambio del codice di attività.


Sono certo che basterà chiarire alla Camera di Commercio quale sia la mia professione per risolvere il problema, ma al di là del pragmatismo, in via di principio rifiuto l’idea che la professione che esercito ormai da dieci anni possa essere anche lontanamente assimilata ad attività come il reclutamento di escort o a un’agenzia matrimoniale.


Con inconsapevole lungimiranza ho battezzato la mia agenzia con il nome “Haiku RP” e non “Haiku PR”, perché ho sempre pensato che fosse più corretto e oggi forse questo mi salverà dalla burocrazia.
Insomma, una cosa sono le pubbliche relazioni e un’altra le relazioni pubbliche.


Domenico Avolio
Haiku RP, Milano (domenico.avolio@haikurp.it)
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