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Consulenti vil razza dannata (In praise of PR)

06/06/2006

L'arguto commento di Paolo D'Anselmi su certe 'schioppettate' di ridotta gittata.

Primo giugno 2006, si alternano nella conferenza stampa i neoministri.Dalla sicurezza con cui parla di energia, questo è Bersani. Cordiale nell'accento emiliano: "Chiedo delega di qua e chiedo delega di là".Cede poi il passo al principe Padoa Schioppa che avanza incerto sotto il peso nella sua stessa autorevolezza. Precisa cosa intendeva quando disse che la situazione di oggi è peggio di quella del '92: "Il rapporto tra saldo primario e debito pubblico è oggi inferiore a quello di allora". Manipola grandi aggregati, Padoa: il debito pubblico è un oggetto che si aggira sui 1.250 miliardi di euro. Il saldo primario è una robina che si misura in centinaia di miliardi di euro. Come Atlante col mondo addosso, parla di macrocose.Vien da pensare che il processo di selezione della classe dirigente c'è, è fair ed abbiamo lassù gente di livello internazionale. Convincenti e prestigiosi i ministri si preoccupano dei soldi per Anas e Ferrovie, oggetti da miliardi di euro. "Preferiamo andare avanti con provvedimenti esecutivi, - prosegue pacato Schioppa proseguiamo con il blocco delle assunzioni e con il blocco delle consulenze..." Ah. L'idillio s'infrange, al quarto paragrafo riaffiora l'umidità della routine di destra e di sinistra, il copia e incolla della burocrazia ventisettembrina che paga pegno alla Corte dei Conti. Per spiegare: la caduta è come di colui che progetta l'Autosole da Napoli a Milano e a un certo punto dice: "E rifaremo pure la carrareccia di sgurgola". Non è dunque problema di banchitalici lombi di questo ministro né di commercialismo del suo predecessore, è corto respiro analitico. È cultura per cui il ministro è superlegislatore e non capo di un esecutivo di 70.000 dipendenti; non riesce a fare due cose in contemporanea (la macro e la micro economia) e risorte a solfe generate da scandali al paragone dei quali tuttavia, ad Anas e Ferrovie andrebbe chiavato l'uscio. Non comprende che la consulenza è la cinghia di trasmissione di una innovazione gestionale che verrà recepita nei concorsi pubblici tra una generazione. Mentre il Ragioniere dello Stato, col suo Ispettorato sugli ordinamenti del personale, controlla i cartellini. Assenti i rettori dei master in management pubblico, nel gargarismo generale sulla società della conoscenza. Si dirà che abbiamo ben altri problemi e tu ti preoccupi di cose che necessita rimandare a tempi migliori. E sappiamo bene che non avremo mai la scrivania pulita e ci illudiamo di far funzionare le cose lo stesso, vittime dell'economicismo di via nazionale e del giuridicismo dei costituzionalisti. O più terra terra: al guinzaglio della associazione costruttori. In questo panorama una sola controtendenza: i PR sono riusciti ad avere un avallo dal ministro del lavoro Maroni per la comunicazione sulla CSR. Al traino del concetto di immagine, sono riusciti a tematizzare il bilancio sociale che produce anche analisi delle politiche pubbliche e dei risultati intermedi dell'azione di governo. Sia lode dunque ai PR e sia lode al Forum della PA che prendendo per la gola della autoreferenzialità i pochi manager pubblici attivi, ha fatto il seminario sulla governance interna ed ha fornito qualche esempio di analisi gestionale nella PA centrale. Excusatio non petita: è chiaro che queste cose le diciamo da consulenti, ma svalutare le opinioni espresse sulla base delle motivazioni personali ad esse soggiacenti è ragionamento a pera noto in logica come problema della mamma di Lenin: Lenin fece la rivoluzione perché da bambino la mamma gli vietava la marmellata. Ma non c'è rimedio quando la logica schioppa.Paolo D'Anselmi
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