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Dialoghi sulla rete

13/01/2010

I social network sono sempre più sotto le luci della ribalta e il web 2.0 ne amplifica le possibilità. Le potenzialità di questi nuovi strumenti di comunicazione non potevano sfuggire alle aziende più attente, che possono utilizzarli come momento di incontro con il mondo esterno. Qui il caso di Enel Sharing.

Il Web 2.0 è un fenomeno di massa che amplia in modo significativo la possibilità di azioni in Rete da parte delle aziende. Oggi le imprese multinazionali si confrontano con un nuovo mondo di utenti attivi – esigenti e attenti all’origine delle informazioni – che impone la costante gestione del dibattito e del feed back.


In questa logica, i social network diventano sempre di più punto di contatto tra il mondo esterno e l’azienda stessa. Nella nuova Rete sociale, milioni di persone si collegano tra loro con obiettivi diversi: dalla conoscenza casuale ai rapporti di lavoro, fino ai legami familiari. Si può dunque sostenere che la ‘nuova frontiera’ della comunicazione e delle relazioni digitali stia di fatto cambiando il modo di relazionarsi? Basta guardare il trend di crescita. Vertiginoso: due navigatori su tre visitano blog e social network per condividere testi, immagini, video e audio, stabilendo on line relazioni di tipo personale e lavorativo. Per questo il successo di Facebook, Youtube, Twitter, Linkedin è inarrestabile.


Secondo Nielsen – società specializzata in analisi di mercato – l’Italia ‘chiacchierona’ è addirittura ai primi posti, davanti a Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania. Nell’ultimo anno, poi, il tempo passato su questi siti da parte degli utenti delle community e dei social network pare addirittura raddoppiato.


Enel pioniera


Tornando al panorama italiano, Enel è forse tra le prime aziende ad aver preso coscienza dell’avvento delle reti sociali. Con uno spirito pionieristico, sta lavorando da tempo sulla percezione del cittadino consumatore, intorno al quale si vanno costruendo le dinamiche della comunicazione del prossimo futuro. Nel caso di una grande multinazionale presente in 23 Paesi nel mondo, l’azienda Enel ha preso coscienza di non essere soltanto un’entità che produce, distribuisce e vende energia. Ma di rappresentare anche una grande comunità di individui, i quali sono al tempo stesso dipendenti e cittadini. E se è vero, quindi, che i social network diventano sempre di più un touch point dell’azienda verso l’esterno, diventa prioritario informare i propri dipendenti sulle opportunità di questi strumenti, ma anche sui rischi che si celano nel loro utilizzo. Va detto che Enel – così come alcune grandi corporation internazionali del livello di Cisco, Intel, Ibm e altre – ha compreso bene l’importanza di questo fenomeno. Per questa ragione ha definito una Linea Guida per l’uso corretto di Facebook e affini, che non ne impedisce l’accesso ma ne regolamenta le modalità.


Spiega Silvia Fellegara, Responsabile Pubblicità e New Media: “Il documento di policy, caratterizzato da un approccio ‘aperto’ che non impedisce l’accesso ai siti, suggerisce di fatto una serie di consigli e comportamenti consapevoli, responsabili e di autotutela. In coerenza con i preesistenti strumenti di regolamentazione aziendale, tra cui il Codice Etico, e riportando i riferimenti di alcune raccomandazioni di organi internazionali sulla tutela della privacy”. Come dire: navigare sì, ma informati dei rischi che si corrono.


Patrimonio da utilizzare


È interessante, in chiusura, citare alcuni passaggi di una trasmissione della web tv di Enel che ha visto come protagonisti Raffaele Cirullo, responsabile New Media dell’azienda energetica, e Mauro Lupi, blogger e presidente di Ad Maiora Spa. “Vivendo dentro le aziende – ha spiegato Lupi – ci si accorge di quante esperienze professionali rimangano inutilizzate. Peccato che questo patrimonio non sempre venga divulgato all’esterno.Il motivo? Le organizzazioni continuano a pensare alla comunicazione solo in chiave autoreferenziale, promozionale. In questo modo, però, non si valorizzano tanti altri contenuti che si trovano in ‘cassetti digitali’ già pronti per essere veicolati. Facciamo un esempio: perché molte aziende non sfruttano quel grande bagaglio di conoscenze che deriva dalla partecipazione a convegni o eventi pubblici? Eppure vengono preparate presentazioni, ricerche, analisi molto dettagliate e preziose. Tutto materiale che spesso resta confinato in ambiti ristretti e che invece andrebbe condiviso, sia internamente che all’esterno”.


“Quest’opportunità di cui parla Lupi – interviene Cirullo – noi di Enel l’abbiamo colta. Circa sei mesi fa abbiamo varato Enel Sharing, il marchio che contraddistingue la nostra presenza sui social media come Facebook, Twitter, Flickr e YouTube. È un progetto che ci consente di offrire alla Rete tutti i nostri contenuti generati dai colleghi che, a vario titolo, interagiscono con l’esterno. Enel è così ora in grado di veicolare – parallelamente ai siti istituzionali di Gruppo – una comunicazione capillare, con approfondimenti tematici e con un linguaggio più vicino a quello dei diversi referenti”.


Tratto da www.cultur-e.it
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