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Funziona la filantropia?

18/05/2004

I venture capitalist del boom della new economy cambiano volto e si trasformano in venture philanthropy, imprenditori sociali o e-filantropi.

Tanti modi per dire che dopo gli scandali che hanno sconvolto il mondo capitalista e gli eccessivi compensi percepiti dai Ceo delle aziende sta prendendo terreno un nuovo filone, quello dell'imprenditoria sociale. L'immaginario collettivo ha perso il fascino del manager e sta iniziando a subire il carisma del volto pulito dell'imprenditore sociale.Tutto inziò probabilmente con un articolo della Harvard Business Review, datato 1997 e intitolato "Virtuous Capital: What Foundations Can Learn from Venture Capital". O forse è meglio dire che questo articolo ha scandito e individuato un fenomeno già esistente.La prima spia di questo atteggiamento imprenditoriale, che sta a metà tra l'amore per il profitto e la filantropia, proviene dal mondo universitario, dove già da tempo si studiano materie prima ignorate, o meglio inesistenti, come imprenditoria sociale.Gli studiosi si stanno già confrontando da tempo su questo volto inedito del capitalismo e dell'imprenditoria, per capire se è una moda o qualcosa di più.L'ultimo report commissionato in materia proviene dalla Venture Philanthropy Partners, fondazione di Washington impegnata in programmi di sostegno per l'infanzia.Secondo questo studio il settore ha ancora proporzioni piccole e la maggior parte di queste realtà sono concentrate a New York e nella Silicon Valley. Negli States ci sono 50 mila "charitable foundations", ma solo 42 tra queste posso essere definite "venture philanthropy organizations".Eppure chi vede più lontano e intercetta al volo i trend significativi, come il professor Thomas J. Donaldson di Wharton, è pronto a giurare che intorno a questa disciplina che mescola con abilità etica e affari si giocheranno le sorti del mondo.
Emanuela Di Pasqua-Totem
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