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Il Digitale, i comunicatori e la legge di Pareto

18/11/2008

Riflessioni a ruota libera per stimolare un dibattito sul tema della comunicazione e nuove tecnologie di Carmelo Stancapiano. Icona delle sue riflessioni un particolare del celeberrimo quadro di Jeronimo Bosch "Il giardino delle delizie"... per sintetizzare, a suo modo, lo stato dell'arte del digitale.

Lo IAB FORUM 2008 appena concluso organizzato dai bravissimi Layla Pavone, Fabiano Lazzarini e Mauro Lupi, il cui intervento nella sessione pomeridiana insieme a quello della dottoressa Giovanna Maggioni dell’UPA è stato tra i più interessanti della due giorni, è stato un’ottima occasione per fare il punto sul rapporto tra comunicatori e mondo digitale.


Pur in “overdose” di informazioni qualche riflessione a ruota libera posso già permettermela. L’obiettivo è innescare una discussione per individuare insieme la strada da intraprendere per utilizzare uno strumento, un media, una piattaforma, la rete!!!, che sarà sempre più importante non solo per la nostra attività professionale.


La prima osservazione è che per i comunicatori è applicabile la regola di Pareto dell’80/20, ovvero della distribuzione disuguale. Il 20% dei comunicatori utilizza l’80% degli investimenti nel digitale. Si tratta di responsabili di multinazionali italiane e straniere e di grandi aziende con competenze nel digitale di buon livello. L’80% dei comunicatori viceversa utilizza, a volte anche bene, il 20% degli investimenti digitali. Nella maggior parte dei casi i colleghi non conoscono completamente gli strumenti e pur dimostrandosi disponibili ad incontrare gli operatori del settore, non comprendendoli spesso vi rinunciano.


La seconda osservazione riguarda il mondo dell’offerta che dovrebbe:


1. conoscere meglio la comunicazione d’impresa; cosa che eviterebbe di proporre spesso iniziative “stand alone” non integrate e/o compatibili con il piano di comunicazione dell’azienda;
2. capire che usare un linguaggio troppo specialistico a volte significa dialogare tra sordi;
3. percepire che l’aspetto economico non è l’unico da tener presente nelle offerte.
Per esempio viene sottovalutato il fattore tempo, inteso come impegno del personale in azienda, che nelle PMI è importante.
4. capire che alcune misurazioni proposte sono atti di fede, tipo off line, più che concrete verifiche.


Vi è anche la paura di una mini-bolla, quella di inizio secolo non è stata ancora dimenticata, e recenti investimenti non sempre produttivi, es. “second life”, alimentano la prudenza.


Cosa fare?


Allo IAB Forum è emersa chiaramente la strada da percorrere: evangelizzare, evangelizzare, evangelizzare ovvero creare cultura nella domanda e, a mio modo di vedere, anche nell’offerta.


Una proposta potrebbe essere quella di costituire una “community di evangelizzatori on e off line” con l’apporto di persone delle associazioni interessate: Ferpi, Assorel, Upa, IAB, Fedoweb, Assodigitale, Assocomunicazione, Adico, AISM, Audiweb … ecc.


La Ferpi oltre che promuovere una proposta informativa/formativa a tutte le delegazioni regionali potrebbe predisporre:



una sezione ad hoc sul sito WEB dove postare articoli, servizi e studi sul tema del digitale
un dizionario dove spiegare in modo comprensibile sigle e parole chiave
una rubrica fissa sul periodico Ferpi Notizie



Inoltre potrebbe valutare la possibilità di organizzare insieme ad Assorel (es. in collaborazione con IAB, UPA e Nielsen on-line ?) due giornate di studio dal titolo: “Comunicare con il digitale” (evitando l’abusato 2.0!!).


Nella prima potrebbero confrontarsi tutti gli attori dell’offerta sullo stato dell’arte e sulla sicurezza del digitale, tenendo conto che il soggetto è la comunicazione.
Nella seconda si dovrebbero approfondire le esigenze delle PMI che non dimentichiamoci rappresentano la maggior parte delle aziende italiane. Con esempi e seminari personalizzati.


Come case history internazionale si potrebbe tentare di invitare un rappresentante del team che ha ideato e gestito la campagna di comunicazione e raccolta fondi on-line del Presidente eletto Obama, l’optimum sarebbe Chris Hughes che è stato anche uno dei fondatori di Facebook.
Da notare che allo IAB Forum, la campagna on-line di Obama è stata citata come esempio anche dal collega del gruppo Fiat. A tal proposito consiglio di leggere tra i tanti libri che trattano l’argomento: Obama, la politica nell’era di Facebook di Giuliano da Empoli.


Ogni delegazione regionale Ferpi e tutte le associazioni della domanda coinvolte dovrebbero impegnarsi a promuovere l’evento on e off line per motivare il maggior numero di potenziali utenti a partecipare. Per evitare come mi è capitato in alcuni incontri che si parli tra “i soliti noti” non portando alcun valore aggiunto all’utilizzo del digitale a chi serve veramente.
Anche le riviste di settore on e off line potrebbero giocare un importante ruolo divulgativo, riducendo la parte riservata alla presentazione degli attori per aumentare le pagine di approfondimento e confronto.


In conclusione queste sono riflessioni a ruota libera, forse anche affrettate, ma hanno solo l’obiettivo di stimolare la discussione. Sono d’accordo con chi sostiene che nel 2009, proprio per il momento difficile sia in termini finanziari che economici, potrebbe essere il digitale lo strumento che permetterà alle aziende di comunicare, comunque, con tutti i propri pubblici di riferimento.


Carmelo Stancapiano



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